Secondo la direzione distrettuale antimafia il patrimonio accumulato tra terreni, immobili e danaro, depositato su diversi conti correnti, non è proporzionale ai redditi percepiti. Ed il sospetto è che alle spalle di un imprenditore agricolo di Sarno c’era la criminalità organizzata che ripuliva, così, i soldi che arrivavano dalle attività illecite, in particolare il clan Serino. Per questo motivo sono state confiscate tre aziende agricole che allevavano 365 capi di bestiame tra ovini, caprini e bovini. Stessa sorte per beni strumentali, conti correnti e due appezzamenti di terreno per un valore complessivo di circa 700 mila euro. Secondo le indagini i beni sono riconducibili ad un uomo di 60 anni, A.A. le inziali del suo nome, dalla fedina penale non certo immacolata per aver accumulato numerosi precedenti penali e affiliato al clan camorristico Serino operante nel territorio dell’Agro nocerino sarnese. Anche per i familiari conviventi dell’uomo è scattata la misura cautelare perché anch’essi ritenuti vicini al clan e non in grado, con la loro attività, di giustificare simili proprietà e tali disponibilità finanziarie. Il provvedimento del tribunale di Salerno arriva dopo due anni di indagini e accertamenti patrimoniali effettuati dagli uomini della Dda e coordinati dalla Procura della Repubblica di Salerno che hanno permesso di acclarare la sproporzionalità dei redditi percepiti rispetto al patrimonio accumulato. Nell’operazione di confisca è stata determinante la collaborazione dei carabinieri del gruppo forestale in particolare nella fase esecutiva per la gestione del bestiame. L’intero patrimonio è stato affidato ad un amministratore giudiziario nominato dal tribunale.
Nello Ferrigno