Domani inizierà il processo d’appello che vede alla sbarra B. A. un uomo di 32 anni di San Marzano sul Sarno, che la notte tra l’11 e 12 novembre del 2016 travolse con la su auto cinque persone. Un uomo di 74 anni, Giuseppe De Prisco perse la vita, mentre rimase gravemente ferito il figlio Giovanni che, a causa delle gravissime ferite riportate, oggi vive su una sedia a rotelle. Anche un carabiniere, Giuseppe Aliberti, per i danni subiti dall’impatto, è stato riformato dall’arma. Queste due persone si costituiranno parte civile. Al termine del processo di primo grado Annunziata fu condannato a 7 anni e 4 mesi di carcere, la procura ne aveva chiesti 15, e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Annunziata quella sera stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro in un noto bar di Nocera. Viaggiava a bordo di una Lancia Y. Le condizioni del manto stradale non erano delle migliori. Aveva piovuto per diverse ore e la strada era ancora bagnata. Intorno alle 2 di notte, il 31enne viaggiava ad alta velocità lungo via Napoli. In stato di alterazione e non riuscendo a frenare in tempo, travolse cinque persone – tra cui due carabinieri – che erano ferme nei pressi di un marciapiede, per un precedente incidente avvenuto poco prima. Un’ora prima infatti, due giovani avevano urtato una macchina in sosta e non sapendo che fare, avevano allertato i carabinieri per risalire al proprietario. Era Giuseppe De Prisco, il 74enne che scese in strada dopo il trambusto, insieme a moglie e figlio. I due militari che intervennero poco dopo avviarono la stesura del verbale dell’incidente, quando d’un tratto furono travolti dall’auto di B. A. Ad avere la peggio fu proprio l’anziano, un fabbro in pensione di 74 anni, deceduto sul colpo. Le due ambulanze giunte sul posto soccorsero anche il figlio Giovanni, da allora paralizzato su di una sedia a rotelle, la madre dei due giovani d del precedente incidente (che se la cavò con ferite leggere) e due carabinieri. Anche.B.A.fu trasferito in ospedale, in stato d’arresto, per le cure del caso. Sul letto d’ospedale spiegò al giudice, durante l’interrogatorio di garanzia, di aver bevuto prima di salire in auto e tornare a casa. E di non aver ricordato più nulla, né di aver visto la paletta segnaletica di uno dei militari che segnalava un accertamento in corso su un sinistro stradale. Le indagini del sostituto procuratore Roberto Lenza accertarono che il suo tasso alcolemico era superiore rispetto ai limiti consentiti. Nello Ferrigno