In merito al mancato svolgimento dello spettacolo della giostra del saraceno nell’ambito del Palio Storico Città di Angri, l’assessore Giacomo Sorrentino ha rilasciato alcune dichiarazioni tese a precisarne i motivi. 

“La giostra del saraceno non si è potuta effettuare perché mancava il nulla osta obbligatorio della Commissione di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli. La commissione era stata convocata per il 7 settembre, ma non aveva raggiunto il numero legale per la mancanza di funzionari di altre organizzazioni. I membri del Comune di Angri erano invece tutti presenti. La commissione è stata riconvocata per il 20 settembre, data in cui si è regolarmente tenuta. In quella sede sono state stabilite le prescrizioni cui attenersi per lo svolgimento della manifestazione. La seduta è stata poi aggiornata per dirimere una contesa tra le due federazioni che si occupano di spettacoli con i cavalli, la FISE e la FITETREC, dato che entrambe si dichiaravano competenti a intervenire sull’evento. La seduta successiva, in data 22 settembre, non si è svolta per l’assenza dei funzionari dei Vigili del Fuoco e dei delegati della FISE, la federazione di appartenenza degli organizzatori del Palio. Non è stato così possibile ottenere l’autorizzazione da parte della commissione e, di conseguenza, autorizzare la giostra”.
 “Sono rammaricato – ha continuato Sorrentino – perché qualcuno ha cercato di strumentalizzare questo episodio a fini politici, facendo circolare false notizie. La riprova che l’amministrazione comunale ha dato tutto il supporto possibile agli organizzatori del Palio è nel fatto che tutti gli altri eventi previsti nell’ambito della manifestazione hanno visto la collaborazione di Polizia Locale, Protezione Civile e personale del Comune. Personalmente sono stato presente a tutte le sedute della commissione, dimostrando il mio impegno affinché la giostra venisse autorizzata. Certo, se qualcuno pensava di far sfilare o correre i cavalli nel fossato di Palazzo Doria senza autorizzazioni e contravvenendo ad esplicite norme di legge, non poteva certo chiedere la complicità dell’amministrazione comunale. Chi oggi ci accusa di non aver voluto l’iniziativa è in malafede, e dimostra ancora una volta la volontà di sacrificare il bene della città per i propri interessi personali”:

 

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