E’ pesantissimo il bilancio dello schianto di un bus di amici in gita precipitato da un viadotto dell’A16 a Monteforte Irpino: quello dato dal prefetto di Avellino, Umberto Guidato, è di 38 morti (ma le vittime sarebbero 39, invece, per il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi) e 10 feriti, tra cui 6 bambini, alcuni in condizioni molto gravi. Non ci sarebbero dunque dispersi. A questi vanno aggiunti 14 feriti lievi tra gli occupanti di sei auto urtate dal bus prima di finire nella scarpata. Quello che resta da chiarire é la dinamica dell’incidente: per alcuni testimoni il bus avrebbe sterzato per evitare auto incolonnate nei pressi di un cantiere, per altri sarebbe scoppiata una gomma. Ma la Polstrada precisa che sul luogo dello schianto non ci sono segni di frenata: il mezzo secondo una prima ricostruzione si e’ trascinato lungo una barriera di cemento ed ha poi sfondato il guardrail finendo nella scarpata. Di certo c’è che quello che doveva essere un fine settimana di festa alle terme, con un pellegrinaggio a Pietralcina nella terra di Padre Pio, si è trasformato in una strage di innocenti: per un bilancio che non è ancora definitivo. I Vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per estrarre le vittime e i superstiti dalle lamiere contorte dell’autobus ormai ridotto a rottame. Lungo la provinciale che porta a Taurano, proprio sotto il viadotto dell’autostrada, sono state allineate tante bare, accanto a vestiti e lenzuoli insanguinati, bagagli ed effetti personali delle vittime, pezzi di sedili dell’autobus e della barriera new jersey dell’autostrada travolta dalla folle corsa del bus. I corpi delle vittime sono poi stati portati nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino, trasformata in una camera ardente dove sono già arrivati diversi familiari e amici. Urla, pianti, disperazione sui volti. "Erano amici che andavano in gita spesso, si conoscevano quasi tutti – racconta uno di loro -. Avevano deciso di trascorrere un fine settimana a Telese Terme e poi un giorno a Pietralcina".

 

 foto ansa

 

 

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