Era destino che Anna Giulia nascesse la scorsa notte. Ed era destino che, nonostante le traversie vissute dalla sua giovane mamma, riuscisse a farcela. Ora la piccola è all’Umberto I di Nocera Inferiore, assistita dai sanitari che – con amore e dedizione – dovranno aiutarla a superare le difficoltà in cui versa. La mamma era arrivata a 35 settimane, ma la piccina pesa chilo e mezzo circa. Piccola piccola, ha bisogno di cure. Ma lei ha dimostrato di essere forte, più forte di quanto il suo ridotto peso potesse far pensare. La sua è una storia che ha fatto scalpore. La mamma è stata in ospedale a Nola, dove è arrivata a bordo della vettura privata di famiglia. Da lì è passata poi in una clinica di San Gennaro. Ma anche da lì è stata dirottata. I sanitari pare avessero capito che ad essere in pericolo erano sia la madre che la nascitura. Da qui l’indicazione di dirigersi al più presto all’ospedale di Nocera Inferiore: le capacità professionali oltre che umane dell’equipe delle ginecologia, con il suo comparto gravidanze a rischio, e della terapia intensiva neonatale che ha conquistato la dignità di unità operativa complessa sono un dato oggettivo. Unica notizia positiva che arriva dalla bozza di atto aziendale dell Asl che nulla fa per incrementare in termini numerici il personale di un reparto – ostetricia e ginecologia – che gestisce un numero anche superiore ai mille e 500 parti l’anno. Personale numericamente analogo a quello di Vallo della Lucania dove le nascite all’anno si aggirano intorno alle 300. Anna Giulia, la notte scorsa, pare avesse fretta di nascere e quasi lo ha fatto in auto, a ridosso del pronto soccorso dell’ospedale di Pagani. Lì hanno sentito il suo primo vagito. Con l’emozione che ha superato per un momento anche il timore di quel parto anomalo: a pagani da circa 20 anni non si nasce più. Immediato il trasferimento – questa volta in ambulanza – in viale San Francesco dove da subito ginecologia e tin sono state mobilitate, con i medici, era passata mezzanotte, hanno raggiunto mamma e figlia già in pronto soccorso per mettere mano immediatamente ad un’adeguata assistenza. 

Patrizia Sereno

 

 

 

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