Benvenuti nella terra dei tumori. Benvenuti nell’Agro nocerino sarnese. Che non si contrappone alla Terra dei fuochi, dove il rogo della spazzatura sta facendo innalzare il numero dei malati di tumori, ma rappresenta quella contiguità territoriale caratterizzata da uno scempio ambientale perpetrato senza alcun ritegno. E se nell’area napoletana e casertana le cause dell’inquinamento sono più evidenti, come nascondere, infatti, le fiamme ed il fumo delle scorie e dei rifiuti, nell’Agro nocerino sarnese i killer sono più subdoli. Una barriera autostrale a ridosso del centro cittadino di Nocera Inferiore; 26 rotaie ferroviarie che l’attraversano come la linea a Monte del Vesuvio; centinaia di antenne di radiofrequenza che con le loro emissioni innalzano l’inquinamento; traffico e conseguente smog in tutte le città ingolfate da una giungla di autovetture. E su tutto il fiume Sarno ed i suoi affluenti, che con i loro veleni chiudono un cerchio di morte.

I dati sono emersi ieri sera a Nocera Inferiore nel corso dell’incontro organizzato dal neo Comitato per la Salute che vede insieme associazioni del territorio. Un primo passo verso una richiesta forte di diritto alla salute, così come sancito dalla Costituzione ma, spesso, calpestato da interessi di parte e bilanci da sanare. Per l’Amdot, l’associazione dei malati e donatori di organi, siamo ad un punto limite. Una loro ricerca dice che a Nocera Inferiore i decessi provocati dal cancro hanno raggiunto una percentuale che sfiora il 70 % della popolazione mentre a Cava dei Tirreni, città meno devastata dall’inquinamento, la percentuale supera di poco il 40 %. Tutto questo si contrappone ad una carenza di assistenza. Ed in particolare, così è emerso nell’incontro, la decisione dell’Asl Salerno di interrompere la convenzione con l’unico centro di radioterapia oncologica presente nell’Agro, a Nocera Inferiore. Tanto da spingere il rappresentante dei pensionati della Cisl, Lino Picca, a dire che il cancro non riguarda una parte ma quasi l’intera popolazione, insomma quasi in ogni famiglia si convive e si combatte con il cancro.

E ieri sera, nell’aula consiliare del municipio, suono risuonate come macigni le testimonianze di due malati di cancro, un uomo ed una donna, che hanno raccontato la loro triste esperienza: cicli di radioterapia da effettuare lontano da casa, se va bene a Salerno o Agropoli. Oppure a Napoli o in altre zone della Campania. Alle segnalazioni giunte al Tribunale dei diritti degli ammalati la direzione sanitaria dell’ospedale Umberto I ha risposto sostenendo che “la convenzione con il centro di radioterapia è scaduta e fino al ripristino di nuove convenzione la direzione ospedaliera non è autorizzata, per mancata copertura finanziaria, a poter fornire tale prestazione”. Dunque, burocrazia e soldi contrastano il diritto ad essere curati. E pensare che ci troviamo di fronte a malati di cancro.

Il sindaco Manlio Torquato, nel suo saluto ai convenuti, ha sottolineato quanto l’amministrazione comunale guarda con attenzione a tale problema tanto da aver costituito una commissione sulla Salute. Anche il vescovo della Diocesi di Nocera – Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, ha dato il suo contributo. In una lettera, letta da don Ciro Galise, ha sottolineato che in questo territorio il diritto alla salute è offuscato e dimenticato.

E come ha ricordato il presidente del Comitato per la Salute, ieri è iniziata la battaglia per difendere e ripristinare i diritti degli ultimi.

Nello Ferrigno

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