Ci sono uomini, prima che calciatori, che lasciano un segno. Non solo sportivo. Personaggi che restano nella mente dei tifosi, che rimangono legati al territorio, proprio perché lì hanno ottenuto successi in campo e al di fuori del rettangolo verde. E’ il caso di Roberto Breda, mediano e capitano di una Salernitana che non tornerà più, un uomo-giocatore, e non il contrario, persona intelligente tanto da intraprendere anche la carriera di politico, con la promozione ad assessore allo sport a Salerno, per poi virare nuovamente sulla sua passione, tornando nel calcio da allenatore, con varie esperienze, alterne, non felicissime, ma che fanno maturare, crescere, aspettando la chiamata giusta, quella che potrebbe cambiare le cose. Resta la domanda: perché persone come Breda col calcio di oggi non vanno molto d’accordo? Chissà. Strano che nessuno abbia pensato a lui come a un dirigente, un uomo immagine, più che come allenatore. Un Breda che per ora è fermo, in attesa di chiamata, dopo l’esperienza di Vicenza e prima di Reggio Calabria: "Sono in vacanza forzata ma spero di trovare presto una sistemazione. E’ la prima volta che mi capita di rimanere senza panchina. La nuova Salernitana? E’ presto per dare dei giudizi, di sicuro Lotito ha ragione, i gironi sono stati divisi male da un punto di vista qualitativo, in quello settentrionale, tolta la Cremonese, c’è poca qualità. Nel girone B ci sono le più forti. I derby? Beh, quando ero capitano della Salernitana vincemmo ad Avellino e con la Juve Stabia, ma non ce n’erano tanti come stavolta. Nocerina, Paganese, Benevento, saranno tutti derby sentiti, ma poi quando si va in campo si è in undici contro undici e si parte dallo zero a zero e chi è più forte non teme nessun condizionamento ambientale".

Giuseppe Della Morte

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply