Un ‘patto di potere’ per perseguire fini illeciti che avrebbe legato cittadini, professionisti ed imprenditori, con referenti politici del territorio cavese. Sono sei le persone raggiunte stamani da altrettante misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della locale Procura distrettuale: due in carcere e quattro ai domiciliari. Tra gli arrestati anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno. I reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, concussione e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Per l’assessore all’Urbanistica, Alfonso Carleo, sono stati disposti i domiciliari come per Antonino Attanasio e Gianluigi Accarino entrambi ingegneri e dirigenti del IV Settore Lavori Pubblici del comune metelliano, e per Carmine Vitale, geometra, addetto alle opere pubbliche e ai servizi manutentivi del comune di Cava dei Tirreni. In carcere, invece, sono finiti Francesco Porcelli, geometra, addetto alla tutela e alla pianificazione del comune cavese e l’imprenditore Michele Russo, amministratore unico della Società Cooperativa Libera a.r.l.. Nel corso dell’operazione denominata "Tsunami 1", che lascia chiaramente intendere un proseguimento delle indagini, che potrebbero portare ad ulteriori e clamorosi sviluppi, sono state effettuate complessivamente 28 perquisizioni domiciliari. Tra i 22 indagati a piede libero, figura anche il sindaco di Cava déTirreni, Marco Galdi. Russo e Carleo sono accusati anche di voto di scambio. L’inchiesta è stata avviata a seguito dell’esecuzione di lavori di rifacimento di un muro a sostegno di una strada nel territorio metelliano eseguiti dalla Società Cooperativa Libera a.r.l., facente capo a Michele Russo. I lavori sarebbe stati effettuati "prima ed in assenza delle procedure di gara e di formale aggiudicazione, avvenuta nello scorso mese di maggio. Ciò avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale nel credito, turbando la regolarità ed il normale svolgimento della gara. "Molte altre cose non si possono dire – ha detto stamani il procuratore della Repubblica di Salerno, Franco Roberti, nel corso della conferenza stampa svoltasi al Comando Provinciale dei Carabinieri – Anzi, non si può dire proprio niente". Le indagini, quindi, proseguono e nelle prossime ore gli inquirenti dovranno verificare la copiosa documentazione sequestrata stamani nelle abitazioni e negli uffici degli indagati.
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