Cacciatori ed associazioni di categoria sul piede di guerra contro il calendario venatorio pubblicato dalla regione campania venerdi scorso. E’ l’enalcaccia salerno che preannuncia battaglia evidenziando come il 25 % del territorio comunale sia stato riservato dal nuovo calendario ai migratoristi. Una limitazione che, secondo l’enal-caccia, danneggia sia i cacciatori alla selvaggina migratoria che i cinghialisti. In questo modo, secondo il presidente provinciale Torre, si sottrae ulteriore territorio ai cacciatori di cignhiali che , già dovrebbero essere assegnatari di zone per squadre. L’unica soluzione a questo punto , è quella di chiedere la liberalizzazione delle aree. Diversamente non ci sarebbe piu’ territorio sufficiente. Il nuovo calendario prevede la preapertura nei giorni 1,4, e 8 settembre alla specie della tortora soltanto da appostamento; nei giorni 11 e 12 settembre è consentito l’esercizio venatorio su quaglia; nei giorni 1,4,8,11 e 12 è consentita la caccia su gazza e ghiandaia per queste due specie soltanto da appostamento. Durante il periodo di preapertura non è possibile praticare attività venatoria nelle zone di protezione speciale della Regione. L’apertura dell’attività venatoria invece è prevista per:
a) la tortora : dalla terza domenica di settembre al 31 ottobre
b) la quaglia: dalla terza domenica di settembre al 30 novembre
d) per l’alzavola, la beccaccia (dalle 7,30 alle 16) ,la canapiglia, la cesena,la folaga,
dalla terza domenica di settembre 2013 al 20 gennaio del 2014 è prevista l’attività venatoria per la folaga, il germano reale, la pavoncella e il tordo bottaccio. Ciascun cacciatore non potrà effettuare più di tre giornate di caccia per settimana, tra cui devono essere contate anche le giornate effettuate nelle aziende faunistico-venatorie o agrituristico ed in altre regioni. Non sarà consentito cacciare il martedì e il venerdì. Per l’esercizio venatorio è obbligatorio l’uso del tesserino regionale rilasciato gratuitamente dal Comune di residenza o dall’amministrazione provinciale nei capoluoghi di provincia. Il calendario non ha tenuto conto del ricorso al tar effettuato l’anno scorso dall’associazione vittime della caccia. Il tar nella fase di ospensiva aveva approvato la richiesta dell’associazione solo fino al 31 dicembre si è poi pronunciato nel merito il 6 giugno scorso non rendendo nota la sentenza definitiva.