Uno scandalo che sembra non trovare fine o, per dirlo con le parole del procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, "un pozzo senza fondo". E’ la piaga del Calcioscommesse, che dall’estate 2011, si intreccia alle sorti del calcio italiano, privandolo di protagonisti (qualcuno finito anche in carcere) e riscrivendone le classifiche. Uno scandalo tirato fuori dalla procura lombarda e in cui spiccava il nome dell’allora capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni ma che poi si é esteso a macchia d’olio ad altre procure come Napoli, Genova e Bari, travalicando anche i confini nazionali. E a due anni di distanza, il quadro che si presenta è ancora a tinte fosche: il calcio italiano, dalla Serie A alle categorie minori, è oggetto di interesse delle mafie e di un’organizzazione internazionale che da Singapore, passando per i paesi dell’Est, ha raggiunto con i suoi tentacoli – vedi gli ormai noti Zingari di Gegic e Ilievski – i singoli giocatori, comprati e, molto spesso, venditori di loro stessi. Come il ‘supermercato’ dello spogliatoio del Bari che avrebbe ceduto partite ai migliori offerenti: compreso il famoso derby con il Lecce del 15 maggio 2011, venduto ai salentini per 200mila euro. L’inchiesta della procura pugliese è chiusa e il 10 maggio si terrà la prima udienza penale. Quella sportiva ancora no: bisognerà attendere fine maggio per il secondo filone barese. Il procuratore della Figc, Stefano Palazzi, sta lavorando ai deferimenti relativi ai match Bari-Treviso e Salernitana-Bari del 2008/2009. Diversi i protagonisti, dal portiere del Torino Gillet all’interista Ranocchia, che rischiano il rinvioa giudizio sportivo. Ultimi, in uno scandalo che nei tre processi sul filone di Cremona, il primo di Bari e quello di Napoli ha visto sfiorare tesserati come il tecnico della Juve ed ex Siena, Conte, l’ex Bologna Portanova, portato alla ribalta i pentiti, Andrea Masiello, ex capitano del Bari, Carobbio e Gervasoni e sfiorato, e poi assolto, calciatori del calibro di Paolo Cannavaro, Grava, Di Vaio, Bonucci e Pepe. A cui si aggiungono le penalizzazioni in classifica, per responsabilità oggettiva, di club di A come Atalanta, Siena, Samp, Torino, e il doppio salto di categoria del Lecce, retrocesso sul campo in B e poi dalla giustizia sportiva in Lega Pro. Ma la lista di protagonisti illustri potrebbe allungarsi ancora: la Procura Figc, infatti, attende la chiusura dell’inchiesta di Cremona per potersi muovere sui match Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del 2011 che vedrebbero coinvolti anche il capitano biancoceleste Stefano Mauri e l’ex Genoa Omar Milanetto. Si prospetta quindi un’altra estate di processi.