Lezzo nauseabono e acqua putridda dal colore biancastro. Ad un anno esatto dalla’azione della procura della repubblica nocerina  e consorzio di bonifica dell’agro si torna punto e a capo. Alla fine di agosto dello scorso anno l’eclatante azione concertata tra l’ente consorzio, magistaratura forze dell’ordine e comune di nocera che vieto’ alle  aziende dell’area di fosso imperatore di sversare del canale. Furono cosi’ chiusi tutti gli scarichi delle aziende dell’area industriale nocerina che da allora sono  inibite a  far confluire  gli impianti nelle acque del sarno a prescindere alla depurazione. Ma la storia si ripete. E nonostante i siti industriali non abbiano piu’ i loro impianti collegati al corso d’acqua del Fosso imperatore quest’ultimo ritorna ad essere inquinato e ad inquinare l’intera zona. Dal consorzio Coifim la levata di scudi. Pur avendo segnalato già ripetutamente a Palazzo di città l’incresciosa situazione, nessun intervento né sopralluogo  è stato fino ad ora effettuato. Il sospetto è d’obbligo. Chi sta inquinando il canale  Fosso Imperatore se le aziende della zona  hanno tutto gli sbocchi chiusi? Gli stessi anche di  un anno fa? Quesiti ai quali solo un’ulteriore indagine potrà fornire  risposte. Intanto un ulteriore esposto in procura è stato presentato dall’amministrazione comunale nocerina all’esito degli atti prodotti dal gruppo di lavoro di esperti coordinato dall’avvocato Carla Manduchi del foro di Roma nominata in qualità di esperto proprio dal Comune nocerino. 

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