Sul campo la Nocerina ha vinto. Ma si sentono vincitori anche quei tifosi, tanti, che hanno deciso di disertare lo stadio San Francesco in segno di protesta contro l’attuale dirigenza. Il nostro pensiero è e deve essere chiaro: ha perso il calcio. Sì, perché il pallone, quello che a noi piace, è un’altra cosa, qualunque siano le ragioni che hanno portato società e tifosi a percorrere strade diverse nell’ultimo periodo. La partita di calcio, qualsiasi partita di calcio, dovrebbe essere una festa, senza sembrare banali o scadere nella retorica, dovrebbe essere un evento con famiglie sugli spalti, con le bandiere, con addosso la maglia della propria squadra, con i cori a favore e non contro, senza sminuire il valore dello sfottò che, in un paese come il nostro fatto di divisioni e che si sente unito solo nelle disgrazie e quando gioca qualche nazionale, ha il suo valore, diventa quasi il sale immancabile per sentirsi ancor più dentro alla manifestazione cui si assiste. Il nostro calcio, quello che immaginiamo, è un calcio cui forse non riusciremo ad assistere mai, di sicuro chiunque si recherà o è già andato in Inghilterra o in Germania, godrebbe di spettacoli completamente diversi, con regole diverse, con un maggiore rispetto di tutte le componenti, da quelle che debbono guadagnarci qualcosa, fino a chi invece vuole soltanto essere presente per i propri colori, per difendere il vessillo della propria città. Che tristezza ieri lo stadio San Francesco. Che sensazione di vuoto si è provata a vedere i gradoni dell’impianto deserti, senza quei tifosi che fino a qualche anno sognavano di entrare nel calcio che conta, con la B appena toccata e subito persa. Che brutta sensazione. Sembrava una gara a porte chiuse. E stridevano le voci di gioia dei calciatori rossoneri che pure la partita con l’Aquila l’hanno vinta. Ma che sapore può avere una vittoria senza poter festeggiare con i propri tifosi accanto? Lo chiediamo a voce alta. E per i tifosi: cosa avranno provato a restarsene a casa mentre la propria maglia era lì, comunque sudata e vincente? Il vuoto. Il vuoto degli spalti, il vuoto delle parole che finiscono qui. Perché non possono esserci altre parole per commentare qualcosa di paradossale. Qualcosa che non è più calcio. Qualcosa che ci porta a riflettere ma sempre con nel cuore un’unica parola: tristezza. 

Giuseppe Della Morte

Foto: https://www.telenuova.tv/san-francesco-deserto-foto/

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