NAPOLI – Occorre altro tempo per non gettare a mare, è il caso di dirlo, il lavoro già svolto sui depuratori della Regione che invece di depurare inquinano. «Credo che la commissione, per adempiere compiutamente ai propri doveri», scrive nella relazione finale Enrico Fabozzi, presidente della commissione d’inchiesta Hydrogest, società che gestisce le infrastrutture per il sistema depurativo di Napoli Nord, Marcianise, Acerra, Cuma e Foce Regi Lagni, «abbia bisogno non solo di completare i lavori nei sei mesi che le sono stati assegnati e non scaduti ma, responsabilmente, debba essere prorogata per portare a termine il lavoro e non vanificare i motivi che hanno spinto il Consiglio regionale a istituire la commissione stessa».

QUADRO PREOCCUPANTE – La relazione ripercorre le tappe del lavoro svolto dalla Commissione a partire dalla sua istituzione. Dalle audizioni effettuate, si legge nella relazione, «è emerso un quadro preoccupante degli impianti e del loro funzionamento». Gli assessori ai lavori pubblici e all’ambiente hanno posto l’accento sul tipo di «inadeguatezza del project financing, per risolvere il problema della depurazione» che si è rivelato «inefficace», motivo, questo, per il quale «hanno indicato come responsabili della situazione creata la gestione commissariale e le inefficienze della società Hydrogest». Anche nel caso in cui gli impianti fossero stati realizzati, si sottolinea però nel documento, «oggi ci troveremo con impianti obsoleti».

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