Il concorso a cattedra non piace a buona parte dei precari. Si oppongono, sono arrabbiati. Ecco la lettera aperta che un’insegnante di Lettere di Siano, precaria da anni, scrive a nome anche di tanti colleghi: “Pensate di poter trattare persone che hanno dato e stanno garantendo allo stato un servizio senza aver riconosciuti i propri diritti, in quanto apparteniamo alla categoria di precari "letteralmente" e "materialmente"
sfruttati. Oltre ad avere un’ulteriore offesa da parte di chi non deve e non dovrebbe permettere di trattare nessuna categoria in questo modo. Ci state ulteriormente umiliando e denigrando della nostra persona, professione
e professionalità. Io certamente non mi presenterò al test alle prove preselettive per il concorso a cattedra,sperando che tutta la categoria alla quale appartengo sia
in grado di fare una protesta "finalmente intelligente", in modo da non permettere a persone che hanno pensato di far concorrere per la propria classe di concorso solo coloro che,avrebbero superato il test di accesso che nulla a
che vedere con le conoscenze, abilità e competenze che sono realmente necessarie per svolgere al meglio la professione di insegnante. Di fronte a questi test penso, mi chiedo e vi chiedo chi ha preparato tutto ciò, ha usato "scienza e coscienza", pensando che sia il modo giusto e
corretto per selezionare insegnanti competenti?
Con ciò chiudo augurandovi sogni tranquilli, ciò che avete tolto e che state ulteriormente togliendo a noi,ormai da tempo”.