I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania (SA) – Dott. Giancarlo Grippo – e dal Sostituto Procuratore – Dott.ssa Valeria Palmieri – hanno concluso le complesse indagini di polizia giudiziaria condotte nell’ambito dell’Operazione “SHYLOCK”, con l’esecuzione di un decreto con cui è stata disposta dal Tribunale di Salerno la misura di prevenzione patrimoniale della confisca nei confronti di un noto imprenditore immobiliare quarantanovenne di Agropoli (SA), con precedenti penali per estorsione. La confisca è stata emessa al termine di un’indagine avviata d’iniziativa – alla fine del 2012 – dalle Fiamme Gialle di Agropoli (SA), che hanno eseguito complesse investigazioni patrimoniali passando al setaccio le operazioni finanziarie ed immobiliari effettuate dall’imprenditore e dal suo nucleo familiare direttamente, ovvero tramite diverse società con cui il medesimo, negli ultimi 13 anni, ha condotto diversi investimenti immobiliari nei principali centri costieri del Cilento. Come stabilito dal Tribunale di Salerno – Sezione Misure di Prevenzione – le capillari investigazioni condotte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli (SA) hanno consentito di accertare che le partecipazioni di controllo in due società immobiliari e le quote in 11 unità immobiliari (2 fabbricati e 9 terreni), site nel Comune di Pollica (SA), colpito il 5 settembre 2010 dall’assassinio del Sindaco Angelo Vassallo ed iscritto nella lista Unesco del “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, che l’imprenditore deteneva direttamente, sono state acquistate diversi anni orsono direttamente con i guadagni dell’attività estorsiva ed usuraria posta in essere dal medesimo. Difatti, pur avendo dichiarato redditi pari a zero dal 2000 al 2006, a partire dal 2003 l’imprenditore è riuscito ad acquisire le partecipazioni nelle due società, con le quali ha avviato diversi progetti immobiliari ad Ascea (SA), Pisciotta (SA) e Castelnuovo Cilento (SA), successivamente incrementate fino ad ottenerne la maggioranza, per esercitarne il controllo, con un apporto pro-quota superiore a 500.000 Euro. Ciò ha portato ad escludere che l’acquisto delle quote di partecipazione societaria da parte dell’imprenditore, già gravato da precedenti penali ed ora colpito dalla sopravvenuta misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale di Salerno, sia avvenuto con denaro pulito e frutto di lecito guadagno. Nel corso delle udienze tenutesi presso il medesimo Tribunale nel primo semestre del 2013, i difensori dell’imprenditore e dei suoi familiari hanno tentato di dimostrare la provenienza lecita di tali “sproporzionate” iniezioni di capitali nelle sue società, sostenendo – con delle attestazioni di notorietà – che le ingenti risorse investite dal medesimo provenivano totalmente da laute “sovvenzioni” erogate dai suoceri, quando in realtà dai bilanci delle due società a responsabilità limitata i medesimi non figuravano né quali soci, né tantomeno quali meri finanziatori. In seguito all’esecuzione della confisca delle partecipazioni societarie e dei beni immobili, i medesimi – del valore stimato di 1,5 milioni di Euro – sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Salerno. Nel corso delle stesse indagini, i Finanzieri della Compagnia di Agropoli hanno accertato anche la clamorosa falsificazione di un atto notarile con cui una ulteriore società a responsabilità limitata – amministrata dal fratello dell’imprenditore ed operante nel settore del commercio di autovetture – ha simulato l’acquisto di un terreno edificabile, sito in posizione strategica ad Agropoli (SA), per giustificare la presentazione allo Sportello Unico per le Attività Produttive del medesimo Comune un permesso a costruire la nuova sede del concessionario d’auto. Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare che l’atto di compravendita recante la firma del Notaio era totalmente falso e che – dopo un anno e mezzo – i venditori avevano invece ceduto il medesimo appezzamento ad una diversa società, controllata ed amministrata dalla moglie dell’imprenditore colpito dalla misura di prevenzione patrimoniale. L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Agropoli (SA) s’inquadra nell’ambito dell’intensa azione avviata dai Reparti del Corpo per contrastare i più complessi fenomeni di infiltrazione della criminalità in campo economico-finanziario, che ha trovato rinnovato vigore in seguito all’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 159/2011 con cui è stato introdotto il nuovo “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”. In base alle vigenti disposizioni, risultano cautelabili con l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale tutti i beni acquisiti illecitamente da parte di un soggetto ritenuto “socialmente pericoloso” che, per il suo tenore di vita, debba ritenersi oggettivamente vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose, allorquando l’entità del patrimonio acquisito risulti sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta, ovvero quando sia dimostrato che l’accumulazione di ricchezza sia il frutto di attività illecite o ne costituisca il reimpiego.

NOTA STAMPA
 

 

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