Gioca il derby con i tifosi. Sì, ma a quanto pare ci saranno solo quelli di casa. Si va verso questa soluzione per il derby Salernitana – Nocerina, un match che non si disputa in Serie C1 dalla stagione 1987-88. All’epoca spalti pieni, tifosi che poterono assistere all’uno a zero firmato Campilongo dei granata al San Francesco, mentre a Salerno finì zero a zero.

Avvisaglie di una condizione sociale diversa da un tempo ci sono state però neanche una settimana fa, con giovani tifosi invitati in Prefettura che storcevano il naso quando invitati a portarsi via i vessilli della formazione avversaria, cosa che urtò non poco il Prefetto Pantalone.

Certo, si è fatto molto per alleggerire la situazione, protocolli di intesa (vedi proprio quello dal titolo “Gioca il derby con i tifosi”), incontri, riunioni, sono arrivate spinte dall’alto ma da parte di chi non conosce bene il territorio di questa Provincia (e possiamo tranquillamente allargare il discorso all’intera Regione Campania). Parliamo e riparliamo di crescita culturale, di riscatto delle nostre città, sta di fatto che da noi c’è una mentalità retrograda, che spesso si sottovalutata.

Chi ha idee più aperte è mosca bianca, mentre le pecore nere, sanno unirsi in massa e non sono poche come qualcuno vuol far pensare. Il Questore De Iesu lo ha ribadito non più di qualche giorno fa: sono molti i potenziali facinorosi, possono creare problemi, senza dimenticare che ci sono quelli che rischiano di poter diventare pericolosi pur senza esserlo assolutamente nella vita di tutti i giorni. In soldoni, il calcio nel nostro territorio è vissuto nel modo sbagliato, da leggersi nella accezione più estrema.

Qualcuno si aspettava una scossa in senso positivo, qualcuno c’ha creduto davvero, qualcun altro continua demagogicamente ad asserire “perché Salernitana – Nocerina o Nocerina – Paganese, piuttosto che un altro derby campano non si può giocare con le tifoserie regolarmente sugli spalti, mentre in altre regioni questo non accade? Perché? Risposta facile. Innanzitutto logistica, legata ad una impiantistica che permette poche scelte alternative dal punto di vista organizzativo, e poi, rifacendoci a ciò detto prima, soprattutto ad aspetto culturale che invece di fare passi in avanti, ne ha fatto alcuni indietro in questi anni.

Tornando alla stretta attualità: i tifosi nocerini non riescono a trovare una azienda intenzionata a fittare loro i pullman necessari alla trasferta, punto essenziale dell’organizzazione della Questura di Salerno, e il problema è quindi irrissolvibile.

In altre occasioni era stata l’Atacs o adesso Cstp a mettere a disposizione i propri mezzi, mezzi tornati indietro completamente rotti o addirittura mai tornati alla base.

Parlare di sconfitta del calcio, sembra quasi una barzelletta. Giocare con i soli tifosi di casa non è una sconfitta, è un’altra delle tante vergogne del nostro territorio.

Ma adesso basta lamentarsi o fare le vittime, se si perdono queste occasioni, significa che meritiamo quello che oggi abbiamo e siamo.

Giuseppe Della Morte

 

 

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