Dieci anni ma Pagani e l’agro non dimenticano. Sembrava una mattina come le altre ma così non fu. In Quel 6 giugno 2008 si scrisse una delle pagine piu’ tristi della storia della città di sant’alfonso e del territorio. Un giovane tenente dei carabinieri, in servizio presso la locale caserma veniva ucciso durante un tentativo di rapina. Il tenente Marco Pittoni come per uno strano gioco di un destino beffardo ,si trovava quella mattina, all’interno dell’ufficio postale di corso Ettore Padovano al centro della città. Il giovane ufficiale dell’arma era purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il tenente dei carabinieri stava discutendo proprio del problema sicurezza dell’ufficio con il direttore dello stesso, quando nell’ora di punta ed in pieno centro cittadino fa irruzione una banda di rapinatori, il tenente Pittoni resosi immediatamente conto della situazione intima ai malviventi di arrendersi. Ma si trova difronte alla reazione della banda di rapinatori . In un attimo gli spari, le grida, il sangue. Il tenente viene colpito alla gola e all’addome. Per lui non c’è scampo . Muore poco dopo all’ospedale di Nocera.l’agro viene messo sotto assedio. Vengono chiuse con posti di blocco immediatamente tutte le strade di accesso ma i malviventi riescono a fuggire. I colleghi di Marco della tenenza di Pagani, della compagnia di Nocera Inferiore, dei comandi provinciali di Napoli e di Salerno mettono sotto assedio due province. Gli investigatori i restano convinti fin dal primo momento che la banda provenisse dal napoletano. E cosi le indagini si concetrano in poche ore tutte a Torre Annunziata che viene battuta letteralmente in lungo ed in largo. I quartieri del Parco Penniniello, di Palazzo Fienga ed il “quadrilatero delle carceri” a Torre Annunziata ma anche il Piano Napoli di Boscoreale – tutte roccaforti dei clan della zona – vengono passati al setaccio dai militari, con perquisizioni per blocchi di edifici e posti di blocco no stop. Non c’erano dubbi : gli assassini del tenente Marco Pittoni provenivano dal vesuviano . E nel giorno dell’ultimo saluto al tenente buono, come era stato ribattezzato subito quel militare che veniva dalla lontana Sardegna, in una basilica stracolma di cittadini ed istituzioni, si arriva all’identificazione ed all’arresto del killer e dei componenti della banda: trentasei ore dopo l’omicidio, finiscono in manette – a distanza di qualche ora l’uno dall’altro – i responsabili dell´esecuzione . Tra loro un minorenne, un 17enne figlio di un noto boss della camorra di Torre Annunziata, che braccato dai militari si consegna accompagnato dalla madre. E’ lui ad essere accusato di avere esploso il colpo fatale. La tensione di quei due giorni si tagliava con la lama di un coltello e al momento degli arresti si trasforma in lacrime liberatorie con l’applauso dei colleghi di Marco allo sfilare degli arrestati al comando gruppo di di Torre Annunziata. Impossibile dimenticare quelle ore. Dimenticare la grinta, la tenacia, di chi non ha arretrato un attimo il passo per riuscire a consegnare prima possibile gli assassini di Marco nelle mani della giustizia. Impossibile dimenticare lo sguardo di amici, più che di colleghi del carabiniere buono. All’arrivo, a sirene spiegate a Pagani, delle auto con all’interno alcuni degli assassini di Marco, si sentono urla di rabbia che si trasformano in un lungo, commosso, applauso. Giustizia era stata fatta.” Per me ieri è stato il giorno piu’ triste oggi pero’ mi sento meglio perché ho visto in faccia i tupoi assassini diurà il sostituto procuratore amedeo sessa durante l’ultimo saluto a marco Pittoni in una chiesa gremita fino all’inverosimile gente da tutto l’Agro era giunta in piazza sant’alfonso con serpentoni di cittadini in fila per rendere omaggio al tenente dei carabinieri vilmente ucciso nel tentavo di difendere quanti quella mattina erano presente all’ufficio postale . da allora l’immagine di marco pittoni è rimasta stampata nel cuore di ognuno e da allora ogni anno pagani il 6 giugno ricorda il tenente amico dei bambini con celebrazioni che coinvolgono soprattutto i piu’ì piccoli perché il gesto di marco rimanga indelebile nella memoria di una città alla quale lui ha dato la vita.