Il Caso della 39 enne morta a Nocera Inferiore. Succede nel 2013 all’Umberto I, dunque nell’Ospedale più importante della ASL Salerno, la struttura che il decreto 49 definisce DEA di TERZO Livello: un ospedale nel quale sussistono tutte le branche mediche e chirurgiche e tutti i servizi per poter curare un malato in codice rosso. Cioè in condizioni di emergenza – urgenza. Tutti – vertice della Asl, vertici dell’ospedale, familiari distrutti dal dolore, opinione pubblica – stanno cercando di capire di più sul perché una donna, mamma e moglie, possa morire a 39 anni . Non sembrerebbe evincersi da nessuna parte il codice di gravità assegnato alla donna di Angri dal medico che in P.S. ha visitato la paziente. Codice dal quale – è un dettagli tutt’altro che trascurabile – dal quale partono le procedure di intervento. Sono tante le domande che aspettano una risposta:

1.E’ stata fatta la diagnosi di gravità ?

2.Se si, sono state attivate tutte le procedure previste dalle linee – guida 

in base ai sintomi della paziente?

3.Esistono linee – guida e protocolli aggiornati al P.S. di Nocera Inferiore?

4.Come mai il foglio – esami è stato consegnato a chi si occupava della 

paziente per essere portato a mano a Pagani per la consulenza? 

5.A sei mesi dalla nascita del polo oncologico bisogna davvero credere 

“normale” che si affidi al marito della paziente l’ incombenza di “farsi fare” 

la consulenza in altro polo ?

La direzione della ASL ha affidato un’indagine ad hoc ad Annalisa Caiazzo. Affinché il caso della donna di Angri sia per la ASL Salerno un caso su cui riflettere, studiare, migliorare. Un evento sentinella per il direttore generale Squillante per morti presumibilmente evitabili sulle quali farà luce la magistratura.

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