Stava maneggiando in casa un centinaio di chili di polvere pirica, per realizzare fuochi d’artificio malgrado non disponesse di alcuna licenza. Un’esplosione improvvisa lo ha ucciso ed ha fatto crollare la sua abitazione rurale alla periferia di Angri. E’ morto così Roberto Longobardi, 31 anni, magazziniere in una ditta di autoricambi della zona: e la tragedia ha rischiato di raddoppiare le sue dimensioni quando il fratello Domenico, 46 anni, di fronte alle macerie della casa ha tentato il suicidio, impiccandosi. E’ stato soccorso ed è ora ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Non aveva licenza e non usava un laboratorio a norma Roberto, malgrado utilizzasse polvere, micce, involucri e collanti. Un attimo di distrazione, un boato tremendo: è saltata in aria la casa – di un centinaio di metri, su un unico livello – dove abitava con la moglie e un figlio nato appena un mese fa. I familiari non erano con lui nel primo pomeriggio, si trovavano in casa dei suoceri. Salvi per caso o, forse, per l’unica cautela che il 31enne ha pensato di adottare quando la produzione diventava più intensa e i rifornimenti più consistenti. Il primo a trovarsi di fronte alle macerie fumanti è stato il fratello Domenico, di 46 anni. Ha sentito l’esplosione, è accorso in via Cimitero vecchio, ha visto la casa distrutta. Domenico ha capito subito che per il fratello minore non c’era più nulla da fare. Preso dalla disperazione si è diretto nel retro dell’abitazione, l’unica parte rimasta in piedi, ha rovistato nella baracca di lamiere usata come deposito degli attrezzi e ha trovato una corda. Una corda come unica via di fuga da tanto dolore. Ha tentato di impiccarsi, ma sono sopraggiunti i vicini. L’hanno visto penzolare alla corda, lo hanno tirato giù esanime strappandolo alla morte. Poi un’ambulanza lo ha trasferirlo all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Le sue condizioni sono gravi. I medici hanno provveduto a rianimarlo, l’hanno intubato ed ora Domenico lotta per la vita nel reparto di rianimazione. Tutto questo mentre altri operatori del 118, insieme con i carabinieri e i vigili del fuoco, recuperavano il corpo dilaniato del fratello. Sono stati gli agenti della Polizia Municipale di Angri ad avvisare dell’accaduto la moglie, in via Cimitero vecchio. La giovane donna ora è sconvolta dal dolore e si aggrappa al figlioletto di appena un mese. Intanto, la zona è stata messa in sicurezza dai vigili del fuoco mentre la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha aperto un’inchiesta. Nella mente di tutti c’é l’altra tragedia che sconvolse Angri nel 1995, quando quattro persone rimasero uccise per l’esplosione di una fabbrica – regolare – di fuochi pirotecnici che sorgeva alle pendici del Monte Taccaro, la cima che sovrasta la cittadina in provincia di Salerno.

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