Dagli acciai agli alberghi. Passando per l’Amaretto di Saronno. E’ una storia di acquisizioni, anche rischiose, quella di Fedele Ragosta, imprenditore quarantaquattrenne di San Giuseppe Vesuviano che nel giro di pochi anni è riuscito a creare un vero e proprio impero economico. Che ora rischia di scricchiolare a causa di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia e della Guardia di finanza di Salerno. Ragosta questa mattina è stato arrestato perché, secondo le indagini, avrebbe acquistato lo storico hotel Raito di Vietri sul mare, minacciando altri imprenditori affinché non si presentassero all’asta pubblica scaturita dal fallimento della struttura alberghiera. E la vittima sarebbe, sempre secondo le indagini delle Fiamme Gialle, Francesco Soglia, membro di una famiglia che da tempo ha indirizzato i suoi business nel settore ricettivo.

Ragosta, con la sua società immobiliare, nel 2005 si aggiudicò l’albergo Raito partecipando, unico concorrente, all’asta indetta dalla curatela fallimentare. Riuscì ad acquistarlo per sei milioni di euro rispetto ai nove inizialmente richiesti. Secondo le indagini Soglia, che voleva partecipare all’asta, all’improvviso decise di non farlo perché intimorito da minacce ed intimidazioni. La Guardia di finanza, si legge in una nota ufficiale, ha accertato il collegamento tra l’episodio criminoso delle minacce e l’individuazione di Fedele Ragosta quale mandante. L’accusa, che ha portato l’imprenditore in una cella del carcere di Poggioreale, è concorso in estorsione e turbata libertà degli incanti aggravati dal metodo mafioso.  Non è la prima volta per Ragosta. L’estate scorsa era stato fermato, insieme ad altre 59 persone, da un’ordinanza di custodia cautelare della Direzione distrettuale antimafia di Napoli per associazione a delinquere, reimpiego e riciclaggio di proventi illeciti. E il cuore dell’inchiesta era sempre l’Hotel Raito, provvedimento reso poi nullo dal tribunale del riesame per la mancata trasmissione di alcuni atti. Nella precedente ordinanza si parlava palesemente di minacce subite, anche con l’uso di pistole, da altri imprenditori. All’epoca i piemme dell’Antimafia ipotizzarono uno stretto rapporto tra il gruppo Ragosta e il clan Fabbrocino.

Auto di lusso, soprattutto Bentley, orologi costosi al polso, scarpe Church’s e Tod’s, cravatte Marinella, Fedele Ragosta è il punto di riferimento dell’intera famiglia che da semplici trasportatori di rottami ferrosi con un deposito a Palma Campania, è riuscita ad imporsi nel mondo imprenditoriale acquistando prima la storica Acciaeria del Sud di Casoria, poi alcuni alberghi di lusso, tra cui il Raito, fino ad arrivare all’acquisizione nel 2008 della Lazzaroni spa, titolare dello storico marchio Amaretti di Saronno.

Ma ora di amaro per Ragosta di sicuro c’è la reclusione nel carcere napoletano di Poggioreale.

Nello Ferrigno 

 

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