Un vero e proprio ‘blitz’ di stampo militare, per impossessarsi di un’azienda sospettata di gestire affari illeciti. E’ l’accusa che pende su 8 persone (una ancora ricercata) arrestate dai carabinieri di Ascoli Piceno. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Carlo Calvaresi è stata notificata in carcere a Gaetano Abaco, 40 anni, collaboratore di giustizia di origini siciliane già detenuto per altra causa, come Danilo Contini, 38 anni detenuto a Foggia, per i quali il gip ha disposto i domiciliari. In carcere sono finiti Nicola Maria Giuseppe Bella, 38 anni, siciliano e Marco Bucciarelli, 46 anni di Pescara. Arresti domiciliari per Filippo Riggio, 33 anni siciliano, Giuseppe Russo, 46 anni di Sarno (Salerno), Luigi Bonaiuto, 46 anni di Pescara. Ricercato Davide Di Palma, 27 anni di Foggia, al momento irreperibile. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa presso il comando provinciale dei carabinieri dal maggiore Luigi Delle Grazie e dal capitano Roberto D’Ortona. La vicenda ruota intorno a una società di informatica, la Bail, che fu venduta a due ascolani, i quali poi tirarono dentro una terza persona. Questa avrebbe però iniziato a gestire in proprio gli affari estromettendo i primi due che si sarebbero quindi rivolti a Bonaiuti e Di Palma e questi, a loro volta, fiutato l’affare, avrebbero contattato Abaco, Bella e Riggio. Nella riunione in un bar avvenuta nel 2008 i sei avrebbero deciso di impossessarsi dell’azienda. Scattò un vero e proprio blitz, descritto dai carabinieri come di stampo "militare", con Abaco che, armato di una pistola e accompagnato da altri due, fece irruzione in azienda, mentre gli altri tre controllavano dall’esterno. Fu picchiato un impiegato e minacciato gravemente il socio amministratore, di fatto poi estromesso dall’azienda. Il nuovo sodalizio portò la Bail al dissesto per circa 200mila euro, visto che la merce acquistata e non pagata veniva rivenduta in nero a Napoli e Foggia. Il quadro indiziario prospettato dal pm di Ascoli Carmine Pirozzoli e dai carabinieri ha convinto il gip ad emettere le ordinanze di custodia cautelare a distanza di tempo soprattutto alla luce dell’efferatezza delle azioni compiute dagli indagati che già nel 2010 portarono all’arresto di tre delle persone destinatarie degli attuali ordini di cattura.