Il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma ha scoperto 418 italiani residenti all’estero che percepivano indebitamente l’assegno sociale di povertà. I truffatori sono stati tutti denunciati all’Autorità Giudiziaria ed oltre ai 9 milioni di euro di cui è partito il recupero, altri 2,5 milioni saranno risparmiati ogni anno dall’I.N.P.S.. Il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’I.N.P.S., ha esaminato oltre 170.000 prestazioni erogate dall’Istituto previdenziale, individuando centinaia di posizioni meritevoli di approfondimento, in particolare cittadini iscritti all’Anagrafe dei Residenti all’Estero, che continuavano a percepire l’assegno sociale, anche attraverso persone delegate alla riscossione.  I dati elaborati sono stati comunicati ai Comandi Provinciali del Corpo che, in stretta collaborazione con gli Uffici territoriali dell’I.N.P.S., hanno attivato tutti gli strumenti d’indagine di cui dispone la Guardia di Finanza: intelligence, analisi di banche dati, accertamenti bancari, rilevamenti ed indagini sul territorio hanno permesso di confermare la regolarità di alcune posizioni, ma di accertare che nella maggior parte dei casi si trattava di truffa ai danni dello Stato. Oltre al sequestro delle somme indebitamente percepite e di beni di corrispondente valore, è immediatamente partita la revoca dei benefici da parte dell’ente previdenziale nei confronti dei truffatori. Parallelamente, i Comandi provinciali hanno proseguito l’azione di controllo economico del territorio, finalizzata anche alla ricerca di falsi invalidi e falsi poveri. In particolare in provincia di Belluno sono stati individuati 10 finti poveri che hanno dichiarato redditi di gran lunga inferiori a quelli percepiti non solo per pagare meno tasse, ma anche per godere di alloggi di edilizia residenziale pubblica, buoni libro e borse di studio per i figli; uno di questi si recava a presentare la falsa dichiarazione I.S.E.E. direttamente a bordo del suo S.U.V. A Tolmezzo, le fiamme gialle del Comando Provinciale di Udine hanno, invece, scoperto un falso invalido che dal 2005 percepiva la pensione di “cecità assoluta”; il pensionato è stato sorpreso a tagliare la legna per il periodo invernale. Un altro falso cieco è stato scoperto a Pisa. Le indagini dei finanzieri hanno dimostrato che l’uomo, pur percependo la pensione da molti anni in conseguenza di una malattia contratta durante il servizio militare, vedeva, benissimo quando, da solo, senza bastone e senza ausilio del cane, andava a passeggio per la città, prendendo il caffè ed a fare la spesa. Ha truffato lo Stato per oltre 500.000 euro. Un dipendente scolastico di Pieve Santo Stefano (AR), a riposo medico da oltre un mese per un infortunio falsamente certificato dal proprio medico curante, andava, invece, per i boschi a caccia di tartufi con i suoi cani. I finanzieri della Brigata di Sansepolcro lo hanno denunciato insieme al medico dopo la visita di controllo eseguita dall’I.N.A.I.L. e la perizia disposta dall’Autorità Giudiziaria; nel frattempo, la scuola aveva dovuto sopperire alla sua assenza nominando e pagando un supplente temporaneo. Le fiamme gialle di Salerno hanno, invece, arrestato un uomo di San Cipriano Picentino che continuava a percepire la pensione di vecchiaia di una donna morta nel 2003. Il truffatore si recava puntualmente ogni mese a ritirare la pensione di 1.000 euro presso l’ufficio postale del paese, esibendo una delega nominativa che l’anziana donna gli aveva rilasciato quando era ancora in vita. In provincia di Brindisi, i finanzieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno scoperto un’altra truffa ai danni dell’I.N.P.S. ad opera di un imprenditore agricolo e 108 falsi braccianti che, fittiziamente assunti senza aver mai lavorato, hanno beneficiato illecitamente degli speciali trattamenti assistenziali previsti per i lavoratori dell’agricoltura: indennità di disoccupazione, maternità e malattia per oltre 500.000 euro. Oltre alla condanna dei responsabili ed agli immediati benefici per le casse dello Stato, la reale portata di queste attività investigative, misurata in chiave prospettica e preventiva, è legata ai risparmi futuri che conseguono al “blocco” delle indebite erogazioni, aventi carattere di regolarità e sistematicità, e nel conseguente effetto di generale deterrenza. 

 

Dall’inizio dell’anno l’attività dei militari della Guardia di Finanza sull’intero territorio nazionale ha permesso di scoprire e denunciare 1.844 falsi poveri e 1.565 falsi invalidi e persone che hanno indebitamente percepito erogazioni a sostegno del lavoro, costati alle casse dello Stato oltre 60 milioni di euro, risorse sottratte a chi veramente si trova in stato di bisogno ed ai cittadini onesti

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