ROMA – Scene di dolore e strazio all’obitorio di Pescara all’uscita delle operazioni di riconoscimento della salma da parte di Anna, la giovane pallavolista fidanzata di Pier Mario Morosini. La ragazza prima freddamente ha spiegato a tutti che l’autopsia verrà effettuata domani mattina, poi davanti alle sue amiche giocatrici della squadra di pallavolo di Brembate nonché agli amici del fidanzato è crollata in lacrime abbracciando alcuni di loro e mormorando tra i singhiozzi: "Sembrava sorridesse, era bellissimo".  

Con la ragazza c’e’ anche un sacerdote. Nel gruppo degli amici all’esterno dell’obitorio c’e’ tensione e la richiesta del rispetto del loro dolore. 

All’obitorio dell’ospedale di Pescara c’e’ anche l’ex compagno di squadra e amico fraterno Mirko Frattali. Frattali ieri in panchina nel corso della gara di campionato Verona-Bari è arrivato questa mattina a Pescara direttamente da Roma, dove era rientrato dopo la partita. E’ stato il papà di Frattali a raccontare della grande amicizia tra il figlio e Morosini: "erano amici fraterni. Piermario era stato diverse volte a casa nostra. Un mese e mezzo fa Piermario e mio figlio nel corso di un weekend di vacanza erano stati in Spagna a vedere una partita di Lionel Messi".

In seguito e’ arrivato all’improvviso anche Demetrio Albertini, vicepresidente della Federcalcio ed ex giocatore del Milan. Albertini, accompagnato dal presidente del Pescara nonché vicepresidente di Lega B Daniele Sebastiani per visitare la salma dello sfortunato Piermario Morosini, poi è uscito visibilmente scosso, senza parlare con nessuno, è risalito sul suo suv ed è ripartito immediatamente.

ZEMAN CHIUSO NEL SILENZIO DOPO TRAGEDIA – Ha depistato tutti ieri sera Zdenek Zeman: anche per i vertici del Pescara calcio il boemo era ripartito per Roma con la moglie Chiara e il fido collaboratore Alberto Faccini, mentre invece moglie e procuratore sono sì partiti per Roma, ma hanno lasciato l’allenatore del Pescara da solo a casa impietrito davanti le immagini della Tv che mostravano la tragedia di Piermario Morosini. Si è chiuso quindi nel silenzio nella sua casa pescarese vicino al mare e ha spento tutti i telefoni: chi lo ha sentito in mattinata racconta di ore a vedere le immagini della televisione affranto dal dolore e dai ricordi.

Poche settimane fa infatti era morto, sempre per arresto cardiaco, Franco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara di Zeman, ma soprattutto figlioccio del boemo che lo ha avuto con lui fin dai tempi del Foggia di Casillo. Buio pesto sui programmi di Zeman in giornata, anche in considerazione dell’ipotetica seduta di allenamento di domani: oggi era prevista una seduta di allenamento post partita ma la società ha lasciato tutti liberi in questa domenica di dolore.

PREPARATORE LIVORNO, ERA UN RAGAZZO D’ORO LIVORNO  – "Mi sono accorto subito che era scivolato in modo strano e quando ci siamo resi conto che stava male siamo corsi subito in campo dalla panchina, poi una gran confusione intorno a Mario. Era un ragazzo d’oro uno di noi, stava facendo molto bene sia in campo che fuori, siamo distrutti". Sono già passate molte ore dalla tragica morte di Piermario Morosini ma nelle parole di Fabrizio Boccafogli, preparatore dei portieri del Livorno Calcio è come se fosse appena successo. Con la voce incrinata dall’emozione Boccafogli, rientrato in nottata con il pullman della squadra, stamani racconta quei terribili momenti: lui era là, a pochi passi. "Il momento peggiore quando la squadra si è recata all’ospedale: "Ci avevano dato un po’ di speranza, poi quando siamo arrivati all’ospedale di Pescara e ci hanno dato quella notizia è stato terribile". Terribile e angosciante come il rientro a Livorno del pullman della squadra: "E’ stato il più brutto rientro da una trasferta della mia carriera – conclude Boccafogli – vedere i ragazzi, i compagni di reparto e i compagni di camera di Piermario piangere a dirotto per tutto il viaggio. Hanno dimostrato di volergli un bene dell’anima, così come meritava un ragazzo eccezionale come lui. Siamo tutti distrutti".

SINDACO PESCARA: AUTO VIGILI? INCHIESTA RAPIDA – E’ arrivato anche il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, a rendere omaggio alla salma di Piermario Morosini, deceduto ieri allo stadio Adriatico per arresto cardiaco. "E’ un dramma che travalica la realtà pescarese e quindi era doveroso essere qui", ha detto il sindaco. Mascia poi e tornato sulla vicenda dell’autovettura dei vigili urbani che ieri per qualche minuto ha intralciato l’arrivo sul campo di un’ambulanza dei soccorsi. "Domani mattina avrò il risultato dell’inchiesta interna – ha detto il sindaco – saremo equi e inflessibili, è evidente la grande leggerezza di chi ha lasciato in quel posto l’auto, ma in quella situazione non ha funzionato niente. Vorrei però che non si prendano scorciatoie, e non si accusi per questo il ritardo dei soccorsi, che non c’é stato. So che nell’immaginario collettivo l’ambulanza è quanto di più celere deve arrivare, ma ieri i primi soccorsi erano quelli sul campo e ci sono stati. In quel caso l’ambulanza – ha proseguito il sindaco – era solo un mezzo di trasporto successivo, infatti quando poi è entrata in campo é rimasta minuti in attesa di caricare il giocatore per portarlo in ospedale".

Il sindaco ha poi parlato delle eventuali responsabilità sull’accaduto in termini più ampi. "Non per fare lo scaricabarile, ma lo stadio è a disposizione della società, e mentre la viabilità esterna compete al comune, dentro si delegano altri soggetti. Dalle prime risultanze informali che ho, il vigile urbano che aveva a disposizione l’auto era comunque al lavoro all’interno dello stadio anche se i primi confronti non sembrano essere convincenti. Ma – ha chiuso Albore Mascia – non vorrei che questa vicenda confondesse la funzionalità dei soccorsi che ieri non è stata scalfita".

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