"Credo che alla fine arriverà il commissario ad acta per decidere alcune cose. Ma lui non è Dio, solo una bravissima persona, e il fatto che assegni dei pesi all’interno di questa sua funzione la vedo molto dura". E’ il parere del presidente della Lega Pro, Mario Macalli, sul punto nodale che sarà oggi discusso dal Consiglio federale della Federcalcio in merito alla riduzione da 27 a 20 membri. "Possibilità di accordo oggi per decidere sulla riduzione? Spero ci sia – ha detto Macalli prima di entrare nel palazzo Figc di via Allegri a Roma – però io ho un vincolo assembleare deciso all’unanimità da tutte le società e la logica dice che, se bisogna ridurre del 30% le quote, noi della Lega Pro passiamo da quattro rappresentanti a tre. La matematica non è un valzer lento". Ecco perché anche la massima divisione dovrà forse fare un passo indietro rispetto alle posizioni espresse ieri nell’ Assemblea di Lega a Milano. "Certo, anche la Serie A deve passare a tre e non conta il fatto che si sono divisi con la Serie B – sottolinea Macalli, che considera sotto questo aspetto la Lega professionisti ancora unita – questo è un problema loro e non deve pesare sulle altre componenti federali". "Il ritorno di Claudio Lotito deciso ieri dal Coni? Si vede che può tornare, ma non è che adesso cambiano le cose – spiega ancora il numero 1 della Lega Pro -. Il Coni ha ‘dimagrito’ il Consiglio federale che lavora senza prendere un euro, nemmeno il gettone di presenza, quindi se si vuole fare un’operazione d’immagine va benissimo così. Ma il commissario ad acta non è Dio. E’ una bravissima persona, un grande professionista ma fa il commissario e il fatto che assegni dei pesi all’interno di questa sua funzione la vedo molto dura". 

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