<<Un progetto che si presta a critiche ferocissime e dubbi fondati>> (Valiante). Un’idea <<destinata ad impelagarsi e perdersi nelle secche di vari ricorsi al Tar>> (Russo). Una <<porcheria>> (Landolfi) che si tradurrà in una <<colata di cemento e soldi e che ricorda molto da vicino gli affari formato Anni Ottanta>>. Il Pd “affonda” il Progetto Grande Sarno. Lo fa con fuoco incrociato dei vertici regionali e provinciali durante una conferenza stampa convocata ieri mattina a Nocera Inferiore. La regione Campania blocchi “le grandi vasche” sul fiume Sarno è stata l’invocazione. <<Ho delle perplessità – ha dichiarato Gianfranco Valiante – anche in qualità di presidente della commissione anti-camorra sul versante degli appalti dei lavori soprattutto di sbancamento che – temo – andranno alle solite imprese che a noi danno più di una preoccupazione>>. Senza contare l’assurdo di <<nove vasche di laminazione in pieno centro città, che non risolveranno affatto il problema dell’inquinamento e per la cui manutenzione non previsto neanche un euro>>. A rincarare la dose il consigliere regionale Giuseppe Russo. <<Di “grande” questo progetto ha solo l’aggettivo. Si tratta solo di spendere soldi dell’Europa per poi farne l’elencazione. Per ..fare statistica>>. Il capogruppo in Regione Lello Topo ha auspicato il recepimento delle modifiche che il Pd chiederà a gran voce. E la giusta considerazione delle istanze provenienti dal basso, ovvero quelle formulate dagli amministratori locali. Un progetto, quello del Grande Sarno, che secondo il segretario provinciale dei democratici, Nicola Landolfi, <<è destinato a fare la fortuna degli studi professionali per i tanti contenziosi che innescherà>>. Dopo pochi mesi di discussione, la Regione – è stato detto ieri mattina – ha concluso un anomalo percorso amministrativo che ha partorito il Grande Progetto Fiume Sarno, con l’attivazione della procedura per gli espropri e l’avvio di <<un progetto invasivo per la dismissione di ettari di aree agricole in un Agro che di agricola ha sempre avuto la vocazione>>. Il Partito Democratico si è impegnato proponendo soluzioni alternative. <<Il nostro contributo responsabile alla discussione, è stato reso vano>> perché Arcadis e Regione hanno riesumato <<iniziative vecchie di dieci anni, ormai considerate obsolete da parte della stessa comunità scientifica che si è interrogata sul tema della riduzione del rischio idrico immaginando interventi meno invasivi. Le esondazioni di questi giorni danno la cifra del problema che il Partito Democratico si è preoccupato di affrontare, ponendo al centro della discussione sistemi moderni per ottenere la mitigazione del rischio idrico, immaginando come prioritario il minor consumo possibile di territorio in un’area vasta già devastata da una urbanizzazione selvaggia (vera responsabile delle esondazioni del fiume) e ritenendo di contro utili interventi volti al riutilizzo delle acque piovane ed alla riqualificazione urbana delle città>>.

 

Patrizia Sereno

 

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