A rischio ci sono 750 posti di lavoro. Potrebbero essere costrette a chiudere i battenti le aziende presenti nell’area PIP dell’area di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore. Una situazione paradossale se solo pensiamo alla crisi economico-occupazionale nella quale il nostro Paese versa. Il problema non è rappresentato da crisi del settore ma dal mancato rispetto di impegni assunti dalla pubblica amministrazione. Dopo gli investimenti e la delocalizzazione delle attività nell’area industriale e dopo aver pagato di tasca propria oneri per la realizzazione delle infrastrutture, i titolari delle aziende si ritrovano tartassati e costretti a sborsare nuovamente ingenti cifre per servizi già pagati ma mai ricevuti. Sono esasperati gli imprenditori dal comportamento dell’Amministrazione comunale di Nocera inf. non curante delle problematiche serie che mettono a repentaglio centinaia di posti di lavoro , minacciando di fatto l’economia della città. La scure della magistratura l’estate scorso ha rappresentato il colpo di grazia per responsabilità che non ricadrebbero sulle aziende ma sulla parte pubblica che non ha mai realizzato le opere di urbanizzazione peraltro già pagate dagli industriali al momento dell’insediamento delle attività. Dopo una mostrata disponibilità al dialogo ed alla soluzione delle annose problematiche l’amministrazione Torquato, inizialmente molto disponibili a parole, -dicono i diretti interessati- sembra letteralmente scomparsa, rapportandosi ora solo con comunicazioni ufficiali.
Sul tavolo ci sarebbe la richiesta della parte pubblica agli imprenditori privati di farsi carico di tutti i costi, della pulizia delle vasche di raccolta acque meteoriche dell’area P..I.P., la costruzione dei nuovi impianti di trattamento della prima pioggia, la manutenzione delle strade, la manutenzione degli impianti, la manutenzione del verde e la pulizia dell’area.
Nella fattispecie si ricorderà che a seguito dell’inquinamento del canale Fosso Imperatore, per il quale l’Arpac stessa par abbia escluso una responsabilità delle aziende insediate nell’area P.I.P. di Fosso Imperatore, il Comune di Nocera Inferiore ha diffidato le aziende qui insediate a non sversare non solo le acque reflue ma anche quelle meteoriche. Ed a difendersi sono proprio gli imprenditori per i quali le aziende non sversano in fognatura gli scarichi dei loro servizi igienici perché diffidati dal comune a farlo fin dall’inizio della loro attività. Tutte infatti hanno i pozzi a tenuta da cui prelevano le ditte autorizzate per lo smaltimento con costi, notevolmente elevati, a carico degli imprenditori; per giunta negli sbocchi nel Canale Fosso Imperatore degli impianti dell’Area P.I.P. confluiscono numerose e non sempre rilevate canalizzazioni, sia di superfice sia sotterranee, che provengono dall’esterno.
Da qui la levata di scudi: gli imprenditori hanno pagato, salatamente, gli oneri di urbanizzazione per la realizzazione dell’area industriale, strade, illuminazione, fognature, impianti; le aziende dell’area P.I.P. di Fosso Imperatore sono state tutte costruite con capitali propri.
All’atto della costruzione dell’area industriale furono fatti pagare agli imprenditori anche la realizzazione di 2 impianti di trattamento della prima pioggia che coprivano tutta l’area.
Ad una disponibilità alla mediazione ed a condividere i costi a condizione pero’ di chiudere l’area industriale, filtrando gli accessi per motivi di sicurezza, ogni trattativa si è interrotto. Un comportamento inspiegabile e che non tiene conto del rischio occupazionale e delle ripercussioni sull’economia del territorio. Ed ora la situazione diventa incandescente. Una vera emergenza considerato che già una delle aziende è stata costretta alla chiusura licenziando 20 dipendenti che non hanno neanche potuto beneficiare della casa integrazione non concessa dall’INPS in quanto la crisi dell’opificio non è dipesa da situazioni di mercato. Un’altra azienda è stata costretta a doversi caricare di costi non dovuti avendo dovuto costruire un proprio scarico nel canale realizzando circa 150 mt. di tubazione ex novo.
Le rimanenti 26 aziende si trovano nelle stesse condizioni e andando verso una situazione di insostenibilità , minacciano di chiudere gli stabilimenti. Le aziende in quell’area attivano circa 750 unità a tempo indeterminato con un fatturato complessivo che supera i 450 mln di euro, senza considerare l’indotto. Sarebbe Un fallimento per l’intera città di Nocera. Secondo quanto sostiene il Consorzio dell’area industriale , il Comune di Nocera Inferiore pretenderebbe di caricare tutti i costi, per il superamento di questa condizione, sulle spalle degli imprenditori che dalla loro hanno già sostenuto ingenti oneri d’urbanizzazione senza ricevere le infrastrutture pagate. Infatti, la fognatura seppur realizzata non è stata mai messa in funzione e le strade costruite con i soldi degli imprenditori sono diventate di pubblica fruizione seppur non necessariamente di interesse di pubblica utilità. Vi è infatti una via parallela a pochissima distanza, via Padula che è di pubblica fruizione. Non si capisce perchè non recintare l’area industriale dedicandola unicamente alle attività industriali rendendola in tal modo piu’ pulita, piu’ decorosa e dando la possibilità di mettere in sicurezza l’intera zona che circonda i capannoni. A tutto questo nessuna risposta dell’ente Comune con la conseguenza di una cristallizzazione della situazione che da più di 3 mesi non vede alcuna luce. Il danno alle attività, che sono blande e lentissime è enorme e non c’è una programmazione per il superamento della difficoltà. Di qui l’sos lanciato attraverso la nostra emittente prima che sia troppo tardi.