I soldi facevano il giro del mondo per ritornare poi ad essere controllati in un piccolo ufficio di Castel San Giorgio. Qui, infatti, c’è la sede operativa e strategica del Gruppo finito nel mirino della Finanza. Grazie ad un carosello fiscale internazionale, gestiva un patrimonio di 140 milioni di euro e nel giro di poco tempo aveva realizzato una evasione fiscale di imposte sui redditi e sull’Iva per 72,5 milioni. Il sistema, smascherato dalla Guardia di Finanza di Salerno e dalla Procura di Napoli, era stato creato con una serie di imprese collegate tra Italia, Svizzera, Belgio, Spagna, Polonia, Slovacchia e Romania. Che a loro volta erano collegate ad altre aziende – con sedi anche in Gran Bretagna, Bulgaria, Tunisia ed Emirati Arabi – e società off shore sparse per il mondo. L’intero castello era basato su operazioni di vendita e distribuzione di prodotti metallici.

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