“Il rispetto per le Istituzioni è un punto fermo dell’azione del Comitato per il referendum sulla fusione delle due Nocera. Tuttavia, il rispetto non significa accettazione acritica e supina di ogni decisione, soprattutto se di natura politica, che le Istituzioni possono adottare”, lo scrivono in una nota stampa i componenti del comitato per il referendum sulla fusione delle due Nocera. “La delibera approvata dal Consiglio Comunale di Nocera Superiore in data 4 luglio 2018, avente ad oggetto la fusione tra i Comuni di Nocera Superiore e Nocera Inferiore, desta non poche perplessità sia di natura formale che di natura sostanziale. Una delibera che trova la sua origine in una proposta che il Sindaco ha indirizzato al Consiglio Comunale avente ad oggetto: “Richiesta parere ex art. 8 Legge regionale 29/10/1974 n.54 – Fusione di Nocera Superiore e Nocera Inferiore. Discussione in merito. Atto di indirizzo”. La Legge regionale nr. 54 del 1974 è la legge quadro in materia di fusioni tra Comuni. La delibera, nellasua premessa, fa riferimento all’art. 8 del suddetto testo normativo regionale riportandone una sintesi, senza cioè riprodurlo nel suo tenore letterale. Anche leggendo soltanto lo stralcio trascritto, si evince che il parere del Consiglio Comunale previsto dall’art. 8 della Legge regionale nr.54 del 1974 viene richiesto in via preventiva dalla Giunta regionale, qualora la proposta di fusione tra Comuni sia contenuta in un disegno di legge, oppure dalla Commissione regionale competente ad istruire la proposta di legge regionale ad iniziativa di uno o più Deputati regionali ovvero di iniziativa popolare. In entrambi i casi una cosa è certa: l’art. 8 si attiva quando è stato già formalmente avviato l’iter legislativo previsto in materia di fusione tra Comuni e i Consigli comunali interessati vengono appunto compulsati dalla Regione ad esprimere il loro parere.

Nel nostro caso, nessun atto di impulso è giunto dalla Regione Campania, per il semplice motivo che l’iter legislativo per la fusione tra le due Nocera non è ancora formalmente iniziato, non essendoci depositata in Regione alcuna proposta di legge in tal senso. Pertanto, la delibera approvata dal civico consesso di Nocera Superiore si fonda su un presupposto giuridico inesistente che ne inficia completamente gli effetti qualora l’intenzione fosse stata quella di bloccare un iter legislativo che, di fatto, non è ancora cominciato.

 

La delibera prosegue in premessa affermando che la legge nr. 54 del 1974 sulla fusione tra i comuni “intende favorire i processi di fusione per i piccoli comuni”, come si evince dalla sua relazione illustrativa, e quindi che la fusione non risulterebbe vantaggiosa per un comune medio quale è appunto Nocera Superiore.

Un’affermazione che sicuramente vale se rapportata all’epoca di promulgazione della legge ma che ignora i provvedimenti legislativi successivi, in particolare il Testo Unico degli Enti locali del 2000 e soprattutto la legge nr.56 del 2014, la cosiddetta Legge Delrio, che alla fusione tra Comuni dedica ben 25 commi del suo primo articolo, introducendo una serie di vantaggi per i Comuni nati da fusione tali da renderla accattivante anche per i Comuni grandi. Ne sono una riprova la recente fusione avvenuta in Calabria che ha portato alla nascita del nuovo Comune di Corigliano-Rossano da ottantamila abitanti e la prossima fusione abruzzese che riguarderà i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore che creeranno un Comune di oltre centottantamila abitanti.

Altro punto della premessa della delibera recita che: “Constatato che i comuni di Nocera Superiore e Nocera Inferiore si strutturano in zone non omogenee sulla base di caratteri identitari e ragioni storiche, di contesti geomorfologici, naturalistici, paesaggistici, di relazioni funzionali e quadri economico-sociali che possano giustificare una comune appartenenza”.

In sostanza viene messo nero su bianco che Nocera Inferiore e Nocera Superiore non hanno nulla in comune: anche soltanto letta così, l’affermazione appare quantomeno azzardata. Negare l’unica radice storica, sociale, economica, culturale delle due Nocera è davvero arduo. Le due città, a fronte della divisione amministrativa, hanno praticamente tutto in comune, dai servizi, alla tradizione, alla squadra di calcio. Onestà intellettuale avrebbe voluto che si scrivesse di preferire la separazione amministrativa ma non che si tratta di due realtà e di due comunità praticamente estranee l’una all’altra. Nel caso di Nocera Inferiore e di Nocera Superiore c’è persino il nome in comune: nè può essere la proposta avanzata di modificare il nome di Nocera Superiore in Nuceria idonea ad eliminare l’identità comune tra i Nocerini che abitano le due città e che mai potrà scomparire, seppure dovesse malauguratamente persistere l’attuale separazione amministrativa.

A fronte di queste premesse, la proposta di delibera approvata conclude così: “di esprimere, ai sensi dell’art. 8 della Legge regionale 29 ottobre 1974 n.54 e ss.mm.ii., parere sfavorevole alla proposta di fusione dei Comuni di Nocera Superiore e di Nocera Inferiore ad iniziativa del Consiglio Comunale di Nocera Inferiore n. 28 del 21/10/2013”. Riappare dunque l’art. 8, stavolta collegato ad una delibera del Comune di Nocera Inferiore di cinque anni fa, di cui in premessa non si fa mai cenno, quasi che il parere ex art. 8 fosse stato richiesto dal Consiglio Comunale di Nocera Inferiore, cosa che ovviamente non sarebbe possibile. La delibera del Comune di Nocera Inferiore a cui si fa riferimento  è una delibera di mero indirizzo politico – ed altro non  avrebbe  potuto essere appunto perché non è ancora partito l’iter legislativo per la fusione – con la quale, ribadita la convinzione sull’utilità della fusione tra le due Nocera,  quel Consiglio comunale auspicava forme di collaborazione col Comune gemello per avviare l’iter legislativo sulla fusione e  si proponeva di sensibilizzare la cittadinanza sui vantaggi della fusione.

L’approvazione avvenuta all’unanimità dei presenti della proposta di delibera presentata dal Sindaco avv. Giovanni Maria Cuofano è stata immediatamente propagandata come il rifiuto alla fusione da parte del Consiglio Comunale di Nocera Superiore. Non possiamo non rilevare che tale rifiuto può essere opposto esclusivamente dai cittadini, come stabilisce innanzitutto la Costituzione (art 133 comma secondo) e poi lo Statuto della Regione Campania (art 14 comma 2) attraverso lo strumento del referendum consultivo obbligatorio”. Aggiungono: “Il Consiglio comunale di Nocera Superiore, con questa decisione, sottrae al dibattito cittadino un tema fondamentale non tanto per il nostro futuro quanto soprattutto per il futuro dei nostri figli e il futuro di tutte le generazioni che abiteranno Nocera nei secoli a venire. Il Consiglio comunale di Nocera Superiore non solo dice No alla fusione , No agli gli incentivi economici decennali, No alla possibilità di accedere a fondi regionali che adesso sono preclusi e che con la fusione sarebbero possibili, No quindi anche alla valorizzare del proprio patrimonio artistico in nome del quale paradossalmente si adotta questa delibera, No alla possibilità di fare nuove assunzioni, No al superamento dei vincoli del patto di stabilità,  ma soprattutto dice No al referendum, ovvero  dice No alla massima espressione di democrazia diretta prevista dalla nostra Costituzione. Si è verificato il paradosso di un Consiglio comunale che ha dibattuto della fusione senza mai accennare, ad esempio, alla Legge Delrio che disciplina la materia. Un Consiglio comunale, espressione della volontà popolare, che impedisce ai propri cittadini di esprimersi su un tema così importante è un Consiglio comunale che non solo assume una responsabilità grave di fronte alla Storia ma che abdica, nella sostanza, al proprio ruolo istituzionale”.

 

“Ancor più significativo – aggiungono – appare il fatto che non si capiscono le motivazioni sottintese a questa decisione essendo quelle indicate nella delibera, per tutte le osservazioni precedenti, giuridicamente confuse e nel merito debolissime. Forte sorge il sospetto che si voglia tirare il tema della fusione all’interno della campagna elettorale di Nocera Superiore che è già partita, sul presupposto che il No alla fusione sia collettore di consenso. La classe politica dimostra di confinare lo sguardo entro il mero confine elettorale, e l’Amministrazione cittadina si limita a gestire l’esistente e non accetta la sfida, ardua, complessa ma affascinante di contribuire, assieme ai suoi concittadini, alla costruzione di una nuova grande Nocera.

E’ in definitiva un No senza ragioni quello espresso attraverso la delibera approvata dal Consiglio comunale di Nocera Superiore e un No senza ragioni ha un solo significato possibile: non c’è, in realtà, alcuna ragione per dire No alla fusione tra le due Nocera”.fusione due nocera

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