Il Chievo si riscopre ammazza-grandi, ma stavolta fa il favore alla più forte. Perché con il 2-0 inflitto al Napoli regala un pezzo di scudetto alla Juventus. Lo stop al Bentegodi costa caro a Mazzarri e ai suoi, che con la sconfitta di Verona scivolano a -9 dalla testa della classifica (in realtà -10 per gli scontri diretti). C’é stata una ‘fatal Verona’ per il Milan, che al Bentegodi ha perso nella sua storia due scudetti. Pare esserci un ‘fatal Chievo’ per il Napoli. Era accaduto nella scorsa stagione, si è ripetuto anche in questa. I partenopei hanno pagato forse più del dovuto ad un Chievo spietato e tonico. Ma nella ripresa, giocata all’arrembaggio (13 a 3 il computo finale dei calci d’angolo) hanno buttato via anche un rigore con Cavani, che si é fatto respingere il penalty da Puggioni. E questo qualcosa vuol dire. La squadra di Corini ha approcciato meglio la gara. Il tecnico gialloblù ha riproposto il difensivo 5-3-2, ma fin dall’avvio il Chievo ha aggredito alto il Napoli, giocando una partita a viso aperto, non mollando un metro e un pallone. La mentalità giusta per giocare contro una grande come il Napoli. Il vantaggio nasce proprio da questo atteggiamento; il merito è di un sinistro-bomba di Dramé. Il Chievo sulle ali dell’entusiasmo sfiora il bis con un colpo di testa di Paloschi che scheggia la parte alta della traversa. Il Napoli è scosso, ci mette un po’ a reagire, ma poi si fa vedere dalle parti di Puggioni. L’estremo di casa è bravissimo sulla punizione dal limite di Cavani, poi su un tentativo da fuori di Inler, deviato. Il Chievo soffre, ma sa colpire. Raddoppio sull’asse francese Frey-Thereau, con il primo che lancia in profondità il secondo e quest’ultimo che supera un De Sanctis impreparato. Ripresa all’arma bianca per il Napoli che attacca a testa bassa. Il Chievo è squadra ordinata, ma l’urto dei partenopei appare inarrestabile. Rocchi fischia al 12′ un rigore per una trattenuta-spinta di Dainelli a Cavani. Potrebbe essere l’episodio che riporta in partita la formazione di Mazzarri. Ma dal dischetto Cavani sceglie la potenza e non la precisione e la reattività di Puggioni fa la differenza. Un minuto più tardi De Sanctis si riscatta in parte respingendo di pugni una conclusione di Paloschi. Mazzarri le prova tutte. Prima inserisce Dzemaili, poi Armero e Pandev, ma la diga Chievo regge alla grande e quando Cavani trova un pertugio ecco ancora Puggioni a dirgli di no, respingendo la gran botta da appena dentro l’area. Il Napoli cade e solo la matematica impedisce alla Juventus di festeggiare lo scudetto. Quella stessa matematica a cui si appella il Chievo, al quale la vittoria di oggi dà una spinta importante sulla strada salvezza.