Il gruppo “Scafati Arancione” scrive alla consigliera regionale Monica Paolino: “Vogliamo sapere da lei come si combatte la camorra? Forse facendo campagna elettorale a casa di parenti di alcuni esponenti dei clan? Si dimetta dalla carica istituzionale che ricopre se sarà rinviata a giudizio il prossimo 11 aprile”
Ecco il testo della lettera aperta:
"Gentile signora Paolino,
come gruppo politico non abbiamo non potuto fare caso alle sue dichiarazioni arrivate a margine della manifestazione organizzata dall’associazione Libera a Scafati. Giusto per ricordarlo a noi stessi, lei, signora Paolino, è consigliera regionale al secondo mandato, da ormai tre anni indagata dalla Procura Antimafia di Salerno per reati gravissimi come quello dello scambio elettorale politico-mafioso. Dopo le dimissioni da presidente della Commissione Antimafia ha deciso, nonostante l’evoluzione delle indagini, di continuare a rappresentare i cittadini e quindi a incassare le indennità che le spettano per legge. Tutto regolare signora Paolino, ma qualcosa non ci torna. Lei, in un post sul proprio profilo Facebook, ricordandoci un Pasquale Aliberti dei tempi d’oro quando imperava da sindaco, ha detto che la camorra e le mafie si combattono in altri modi e non marciando fino a chiudere la città per diverse ore. Il suo entourage, quello finito nel mirino della magistratura per i suoi profili sociali e quelli di suo marito passati al setaccio dela Dda, è andato oltre, parlando di "sequestro di persona" per una manifestazione durata cinque ore.
Ora, signora Paolino, abbiamo dei dubbi. Vorremmo capire come si combatte il malaffare. Magari violando il silenzio elettorale, presentandosi ai seggi con i candidati come è successo per le ultime Politiche. Forse è questo il modo, sicuramente. Oppure si combatte presenziando, alla vigilia delle elezioni elettorali, a casa di alcuni parenti di esponenti di spicco della malavita locale. Lo sappiamo signora Paolino, l’incontro le è stato organizzato dal suo staff, anche qui violando il silenzio elettorale. Non poteva sapere e la capiamo. Signora Paolino, non tocchiamo le vicende politiche come l’inquinamento del Sarno e quello derivante dai rifiuti, perché sappiamo non essere questo il tempo delle contestazioni. In attesa di capire come si combatte la camorra le chiediamo una cosa. Se l’11 aprile sarà rinviata a giudizio per le accuse che le vengono contestate si renda protagonista di un gesto nobile: si dimetta. Gli scafatesi ringrazieranno".