Troppo Napoli, troppo Cavani per la povera Inter che, sconfitta al San Paolo, per mano del Matador che realizza una tripletta, vede allontanarsi sempre di più l’Europa League. Ma la differenza tra la lanciatissima squadra di Mazzarri e quel che rimane della sgangherata banda di Stramaccioni, falcidiata dagli infortuni in una maniera impressionante, è abissale. Gli azzurri ora sono veramente ad un passo dal secondo posto e dalla qualificazione diretta ai gironi di Champions League. A tre partite dalla fine e con sette punti di vantaggio sul Milan (che peraltro è nettamente indietro quanto a differenza reti) il gioco sembra essere fatto per i partenopei Cavani è scatenato e con la tripletta raggiunge e supera quota cento gol segnati (ora è a 101) con la maglia del Napoli. Un segno che rimarrà indelebile nel cuore dei tifosi partenopei anche se, come appare quasi scontato, dovesse decidere di andare via a fine stagione. Ma non è solo il Matador a rappresentare per i nerazzurri una spina nel fianco. E’ tutto il Napoli che quando attacca penetra nel cuore della difesa interista come una lama nel burro. I centrocampisti nerazzurri, nonostante che Stramaccioni avesse rinfoltito il centrocampo, schierando inizialmente un 3-5-1-1 con Guarin (il migliore in campo per gli ospiti), non riescono a fare il giusto filtro e quando il Napoli riparte in velocità si aprono autentiche praterie nelle quali le punte azzurre galoppano a tutta velocità. Il tentativo di Stramaccioni di creare superiorità numerica a centrocampo non dà gli esiti sperati. Guarin cerca (e ci riesce molto bene) di supportare al meglio il lavoro di Alvarez, unica punta, almeno sul piano tattico, anche se si tratta pur sempre di un centrocampista offensivo prestato ad un ruolo non suo. D’altronde Stramaccioni non aveva molte alternative. Ma la sofferenza vera dell’Inter è in difesa che soffre terribilmente i tagli in verticale di Hamsik e dello stesso Dzemaili. Nella ripresa l’ingresso in campo di Cambiasso al posto del giovane Benassi dà un po’ di equilibrio al gioco dei nerazzurri che mantengono per diversi minuti un certo predominio nel possesso della palla. Ma si tratta di una supremazia sterile che non è mai determinante. Il Napoli, invece, quando si dispiega in avanti è sempre pericoloso ed in più di una circostanza, anche prima del terzo gol di Cavani, potrebbe chiudere la partita. E’ chiaro comunque che dopo il 3-1 la partita non ha più storia. L’Inter è rassegnata ed il Napoli fa accademia. I tifosi aspettano solo la fine per dare sfogo alla loro gioia.