Il Sindaco Pasquale Aliberti ha chiesto di essere convocato per venerdì 4 maggio dalla Commissione regionale d’inchiesta Anticamorra. Un incontro, in cui il primo cittadino auspica di chiarire e raccontare la storia delle confische, operate nel corso della sua gestione, dei due beni immobili appartenenti al clan Sorrentino e a Vincenzo Nappo.
“Dopo le polemiche dell’opposizione apparse sui quotidiani – spiega il Sindaco Pasquale Aliberti – relativamente al riutilizzo dei beni confiscati, è opportuno fare chiarezza, non solo sul piano politico. Ho chiesto personalmente l’incontro con la commissione d’inchiesta anticamorra per raccontare il percorso che ha portato la mia amministrazione a confiscare i due beni, quello ubicato in via Aquino appartenente al clan Sorrentino e quello di proprietà del Sig. Vincenzo Nappo, il quale, da quanto appreso dalle cronache giudiziarie pare essere vicino al clan Matrone. Quest’ultimo, nell’assoluta indifferenza della precedente amministrazione acquistò l’area di S.Pietro, dove ricadeva già un finanziamento di un milione e mezzo di euro per la realizzazione di un centro sociale al servizio di giovani ed anziani. La vecchia gestione, in cinque anni, non è arrivata a concludere la procedura espropriativa a causa di errori procedurali, consentendo, forse per distrazione, la realizzazione di un’opera abusiva nel cuore della città e rischiando addirittura di perdere il finanziamento. Solo con la mia amministrazione questo è stato possibile, ma, in tutto il percorso conclusosi con la confisca e l’inizio dei lavori per il centro sociale al servizio di quella parte di territorio, insieme alla mia maggioranza, mi sono sentito solo con una opposizione assente su tutti i fronti. Relativamente all’immobile di via Aquino, rientrato nel 2010 nel finanziamento del Ministero dell’Interno di 200 mila euro per la realizzazione dei centri di aggregazione per i giovani denominati ‘You and me’, nell’ambito della commissione, evidenzierò, le criticità che oggi non ci consentono di utilizzare quella struttura per questo fine. Innanzi tutto va precisato che il finanziamento del Ministero, non sarebbe stato sufficiente a coprire i costi di realizzazione del progetto, in quanto la struttura risultava abusiva e non idonea alle norme di sicurezza, pertanto, si è provveduto a dirottare i fondi sull’Istituzione Scafati Solidale per la realizzazione di altre attività teatrali, ludiche e sociali. In secondo luogo, non è stato possibile inserire l’opera nel piano triennale delle opere pubbliche non avendo il Comune di Scafati più capacità di indebitamento e allo stesso modo nel Più Europa, non rientrando l’immobile nell’area perimetrale. Successivamente, mediante delibera di Giunta n.145 del 18 maggio 2011, si è stabilito di prevedere, per l’immobile in questione, una diversa progettualità, da presentare all’interno del PON FESR ‘Sviluppo de Territorio – Obiettivo operativo 2.5’, al fine di acquisire i fondi necessari per la realizzazione della stessa. Da un lato, pertanto, l’ufficio tecnico del Comune sta predisponendo uno studio di fattibilità per un adeguamento strutturale e opere civili, dall’altro, il competente Piano di Zona ha predisposto una serie di attività di tipo sociale da prevedere nell’immobile. La scheda tecnica complessiva sarà portata in Giunta tra circa tre settimane e poi inviata alla Prefettura di Salerno. Questo, è quello a cui stiamo lavorando e che porterò all’attenzione della commissione d’inchiesta anticamorra, nell’ottica di chiarire l’operato trasparente e coraggioso di questa amministrazione in termini di legalità e approfondire le responsabilità di chi, in passato, per una chiara distrazione amministrativa, ha favorito fenomeni di illegalità e personaggi dai trascorsi poco chiari”.