Interrogati in carcere i fratelli Giovanni e Christian Citarella. Giovanni, ascoltato dal gip per circa quattro ore, avrebbe confermato quanto già riportato nel suo “memoriale”. Avrebbe spiegato di aver utilizzato "prestanome" in quanto si sentiva perseguitato dalla giustizia e perché doveva pagare delle tangenti. Avrebbe invece negato ogni responsabilità il fratello Christian.  I due, insieme ad una terza persona (Alfonso Faiella, cognato di Christian) sono stati raggiunti negli scorsi giorni da un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nocera Inferiore su richiesta avanzata dalla Procura nocerina. Ai tre viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla emissione di fatture false ed al trasferimento fraudolento di valori (fittizia intestazione di beni). 

 

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