I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, nell’ambito di una perquisizione locale disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Salerno (SA), hanno sottoposto a sequestro un impianto destinato alla ricezione e recupero di rifiuti, sotto forma di rottami metallici, localizzato a Marcianise (CE), denunciando il responsabile della società che lo gestiva per reati di traffico e gestione non autorizzata di rifiuti.

Le attività svolte dalle Fiamme Gialle si inquadrano nelle investigazioni che hanno già portato il 5 dicembre 2012 all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno, con la quale sono stati disposti sequestri “per equivalente” di immobili, partecipazioni e disponibilità finanziarie per il valore di Euro 13.960.233,00 in tutto il territorio nazionale, nonché la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei due amministratori di un’altra società che ha posto in essere un ingente traffico di rifiuti e, contestualmente, la misura interdittiva temporanea dell’esercizio dell’attività professionale nei confronti di un commercialista e di un consulente del lavoro, tutti residenti nella provincia di Napoli.

In tale contesto, le investigazioni sono state focalizzate sulla nuova impresa con sede a Cercola (NA) ed unità operativa prima a Pastorano (CE) e successivamente a Marcianise (CE), nella quale uno dei capi del sodalizio criminale, tratto agli arresti domiciliari, risultava delegato ad operare sui rapporti bancari.

Contestualmente alla messa in liquidazione di una società, trasferita a Capaccio (SA) e già oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza di Agropoli, a partire dal 2010 la nuova impresa ha effettuato un’intensa attività di trading di rottami metallici, senza richiedere alcuna autorizzazione alla gestione ed al riciclo di rifiuti, fino al mese di agosto 2012.

Difatti, solo nel corso dell’ultimo anno l’impresa aveva richiesto di formalizzare l’attivazione di un sito di stoccaggio e recupero di rottami metallici, ma la Regione Campania, nel concedere l’autorizzazione, aveva richiesto preliminarmente l’effettuazione di specifici lavori di adeguamento dell’impianto, necessari per renderlo idoneo al trattamento dei rifiuti.

Solo al termine dei lavori e dopo la verifica di adeguatezza dello stesso, l’impresa avrebbe potuto iniziare l’attività di gestione dei rifiuti. Ciò nonostante, il giorno dell’intervento, i Finanzieri hanno constatato la presenza di oltre 5.000 metri cubi di rottami, tra cui carter, rame, alluminio, cerchioni di autovetture e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, all’interno dell’impianto, in parte stoccati in un capannone che non era neanche inserito nel progetto presentato alla Regione.

Pertanto, con l’intervento dell’ARPAC è stata accertata la natura dei rottami, a tutti gli effetti qualificabili, in larga parte, come rifiuti, e la palese violazione delle prescrizioni imposte dalla Regione Campania ai fini della concessione dell’autorizzazione necessaria per la gestione dell’impianto di recupero dei rifiuti.

Pertanto, i rottami metallici ed il sito di Marcianise (CE) – composto da due capannoni ed un piazzale destinato alla lavorazione dei materiali conferiti, un’area adibita ad uffici ed 8 macchinari utilizzati per la movimentazione ed il recupero dei rifiuti – sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza.

Successivamente, il G.I.P. presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), competente, per territorio, ha convalidato la misura cautelare eseguita d’iniziativa dalla Guardia di Finanza.

Ora le indagini, tuttora in corso, verranno focalizzate sull’emersione di eventuali ulteriori responsabilità, anche di natura fiscale, connesse all’operatività dell’impresa colpita dal sequestro preventivo, che ha commercializzato oltre 65 milioni di Euro di rottami negli ultimi tre anni.

 

 

 

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