ROMA – Emozionato e commosso, finalmente umano. Appare così Zdenek Zeman dinanzi alla scomparsa di Franco Mancini, uno dei suoi giocatori migliori sin dai tempi di Foggia e interprete perfetto del ruolo di portiere inventato dal boemo ed esportato alla Lazio e a Napoli e come lo ricorderanno i tifosi del Bari a lungo. Un libero aggiunto alla propria squadra sempre votata all’attacco e, naturalmente, accorciata verso l’alto. Il Pescara che perde, rimontato e colpito al cuore, dal solito Bari da trasferta (9ª vittoria esterna stagionale fuori casa), tutto sommato, fa meno notizia, nella bolgia di emozioni dell’Adriatico, stadio frastornato dall’incredibile addio del collaboratore di Zdenek. Nemmeno il ventitreesimo gol stagionale di Immobile e la straordinaria prodezza da quaranta metri di Bellomo, reggono in quanto a intensità dinanzi alle lacrime del boemo e all’abbraccio che i suoi ragazzini gli riservano travolgendolo d’affetto in panchina dopo l’illusorio vantaggio della compagine abruzzese. Alla fine vince Torrente, ma è un successo senza gioia anche per lui e non solo per le inenarrabili occasioni sciupate in questa stagione che nonostante il blitz all’Adriatico tengono la sua squadra lontana dalla zona play off. 



JUVE STABIA SPIETATA – Dalla mestizia dell’Adriatico alla complicata lotta per la salvezza e per la promozione che anche in questa giornata di campionato (12ª di ritorno) intrecciano i destini di diverse formazioni. Se ci può stare che il Varese di Maran (confinato in tribuna dopo l’allontanamento dalla panchina per proteste) cada al «Menti» contro una Juve Stabia che non perdona e non fa regali mai, se sorprende il passo falso del Torino ad Empoli che con Aglietti vuole almeno salvarsi, era del tutto imprevedibile che il Padova si facesse abbattere all’Euganeo addirittura dal Crotone di Drago. Incapace di vincere per sette turni, il tecnico dei pitagorici erede di Menichini, ci prende gusto e concede un clamoroso bis che disturba non poco i sostenitori patavini che non esitano a fischiare l’irriconoscibile compagine di Dal Canto colpita e affondata da uno strepitoso Florenzi autore di una doppietta dopo il gol bellissimo all’Albinoleffe nel turno precedente.



BERGODI SBRICIOLA L’ASCOLI – La tenacia di Bergodi piega anche l’Ascoli di Silva sceso al «Braglia» per allungare la propria serie positiva e alimentare le speranze di salvezza dell’Ascoli. Propositi da rinviare alla delicata gara con l’Albinoleffe. Contro il nuovo Modena presentato dall’ex laziale c’è davvero poco da fare. Il Sassuolo è avvertito: non sarà un derby come all’andata alla vigilia, tra l’altro, del centesimo compleanno del club gialloblù. Anche se Pea ha rischiato un brutto pomeriggio anche a Grosseto, dove c’è voluto molto di più di un gol fantasma per evitare il peggio tra le urla maremmane.



NOCERINA RIMANDATA – Cade anche la Nocerina a Marassi contro una Sampdoria che certifica la propria rinascita e si iscrive ufficialmente alla volata finale per i play off. Certo, i molossi hanno di che recriminare, ma Pellé è ancora spietato ed anche in questo caso per i campani sarà la gara con l’Empoli a verificare se ci sono ancora energie per restare aggrappati al trenino della salvezza, quattro lunghezze più su ma con una gara in meno a disposizione per accorciare il gap in classifica. Insomma, è vietato sbagliare.



GREGUCCI-CALORI DA BRIVIDI – Certamente non potranno sbagliare più nemmeno Reggina e Brescia. Gregucci insiste, consapevole che da un successo sulle Rondinelle non si può assolutamente prescindere. La rimonta della Samp aggiunge una nuova pericolosa antagonista al gruppo già agguerritissimo delle aspiranti alla promozione indiretta. Ma Calori fuori casa può far male con El Kaddouri e Jonathas o Piovaccari. Un successo bresciano varrebbe, tra l’altro, l’aggancio al Varese al 6º posto e, dunque, ai play off, a una sola lunghezza dal Padova di Dal Canto che comincia ad avere il fiato corto. Affrontare una Reggina palesemente monca è poi un’occasione irripetibile e da non fallire. 

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