Un casolare nascosto tra le rocce, in una zona isolata di Acerno, nel parco 

dei Picentini. Due massicci cancelli in ferro presidiati ,ciascuno, da 4 cani. 
Qui è stato arrestato, all’alba di ieri, Francesco Matrone, reggente dell’
omonimo clan camorristico egemone a Scafati. Un’azione fulminea ,quella dei 
carabinieri del ros e del reparto operativo dei Carabinieri di Salerno, che 
hanno sorpreso franchin a belva mentre sorseggiava un caffè con la moglie , che l’aveva raggiunto per la festa dell’assunta. Nessuna resistenza opposta dal 
boss che avrebbe esclamato “ma come , voi stavate facendo controlli al mare e 
mi avete preso in montagna”. Il covo arredato in maniera semplice ma dotato di ogni confort, compresa parabola per la tv satellitare e linea internet. A 
disposizione d i Matrone anche alcune moto da enduro e due panda 4per quattro, attrezzate , all’occorrenza anche per consentire la fuga lungo un tratto 
posteriore alla casa, lungo il greto di un torrente. Nessun pizzino individuato 
all’interno del casolare. E’ grande la soddisfazione di chi per un anno e mezzo ha stretto la morsa attorno alla latitanza di matrone, che durava dal 2007. Stamane volti distesi alla conferenza stampa organizzata al comando provinciale dell’arma, in via mauri. C’erano il capo della procura salernitana,roberti, uno dei suoi collaboratori della dda, montemurro e il sostituto della procura nazionale antimafia Gianfranco donadio. 
Per l’Arma , tra gli altri, il capo nazionale del 
ros, generale parente, il comandante regionale , adinolfi, e quello 
provinciale, parrulli che hanno sottolineato come all’arresto si sia arrivati 
senza il contributo di alcun collaboratore di giustizia, ma con un’indagine 
auotoma, imperniata su un capillare controllo non solo dei famuliari di 
matrone, in particolare la moglie e il figlio, ma anche di alcuni strettissimi 
collaboratori. Insieme a matrone ieri è stato arrestato anche un operaio 
idraulico – forestale, gerardo iuliano: era lui il collegamento tra il boss e 
il clan; lui riforniva di alimenti e oggetti di uso comune la casa sede della 
latitanza e a recapitare i messaggi di Matrone. Tutti concordi nel sottolineare 
la valenza dell’arresto: matrone non era uno degli ultimi grandi boss degli 
anni 80 ad essere ancora in libertà, ma anche un capoclan tuttora potente e 
temuto, in un territorio, quello di Scafati, ancora fortemente condizionato 
dalla sua azione criminale. Un sodalizio potente , dal punto di vista militare 
e da quello economico. E su questo fronte nei prossimi giorni ci si aspetta 
nuove clamorose azioni di Carabinieri e Procura, che hanno preannunciato 
arresti e sequestri.

 

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