Mentre si discute sull’accorpamento della senologia territoriale di Nocera Inferiore al polo oncologico di Pagani, interviene il dottor Antonio D’Antonio. L’esperto chirurgo critica duramente l’unificazione al polo e ne ha sia per il suo collega che per il direttore generale. Boccia l’uno e l’altro. Ne ha per il senologo Cremone e il direttore generale Squillante. Il primo è reo di prendersi meriti non suoi, in quanto «la senologia sul territorio, in epoca non recente, è stata inventata da altri»; il secondo, invece, dovrebbe farsi consigliare meglio e «ascoltare voci libere e professionali». Interviene nella discussione generata dal trasferimento della senologia territoriale di Nocera Inferiore al Polo oncologico di Pagani il dottor Antonio D’Antonio, ex dirigente medico dell’Asl Salerno 1. Lo fa nelle ore in cui si procede all’accorpamento. La sua opinione si inserisce tra i contrari allo smembramento di un servizio pluridecennale come quello di via Giordano e gli indefessi paladini di razionalizzazione e ottimizzazione di risorse economiche e professionali. Il dottor D’Antonio afferma che la senologia non ha «nulla a che vedere con il polo oncologico». Sono due aspetti «apparentemente della stessa materia – afferma in una lettera inviata alla nostra redazione –, ma completamente diversi sotto il profilo funzionale». Per lo specialista «la risposta al problema deve venire da un’aggregazione di forze diverse che nulla hanno a che vedere con un reparto di chirurgia». Se non bastasse elenca anche una serie di esempi: Pascale di Napoli, Regina Elena di Roma, Roussy di Parigi. Ospedali con i reparti senologici «completamente autonomi». «La senologia – prosegue D’Antonio – deve essere un centro polispecialsitico organico. Deve rappresentare la condizione ideale per effettuare delle esperienze programmabili e controllabili nel tempo, che permettono quei controlli di qualità sulla sperimentazione e sul lavoro effettuato, unico metodo che garantisce la reale efficacia dell’operato terapeutico». Al momento sembra essere lontani da questa visione. Qualcosa – riporta il chirurgo nella sua nota – era stato intuito durante l’epoca bassoliniana, tanto che nel 2005 fu deliberata l’istituzione di unità senologiche-brest unit, «salvo poi – analizza amareggiato – dimenticarsene presto». E mentre la discussione si infiamma sempre più, i cittadini sperano che a rimetterci non sia la loro salute.

Salvatore D’Angelo

 

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply