Le mafie sono entrate a pieno titolo nelle relazioni di mercato facendosi beffa delle sue presunte regole "morali", che cioè il mercato è uguale a democrazia, che il mercato è contrapposto a illegalità, che la criminalità è distruttrice di ricchezza, secondo i canoni classici del capitalismo moderno dettate da Adam Smith e John Stuart Mill. È l’ipocrisia sulle regole del mercato che ha tenuto nascosto che anche nelle economie produttive le forze violente non sono respinte di per sé ai margini, non c’è contrapposizione tra mercato e violenza, tra economia legale e illegale. L’economia criminale è contro le leggi degli stati, ma non contro quelle dei mercati. L’economia è molto più aperta della rigida regolazione della legge. Si può fare economia anche fuori o addirittura contro la legge: le mafie ne sono la più autentica e duratura dimostrazione.Isaia Sales, autore del libro, insegna Storia delle Mafie all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. E’ stato sottosegretario al Tesoro nel primo governo Prodi, scrittore, giornalista ed editorialista tra l’altro del Mattino e del Corriere del Mezzogiorno. Ha pubblicato, sui temi della criminalità organizzata, tra i suoi saggi critici più recenti “I preti e i mafiosi” e “Storia dell’Italia mafiosa”. Ha collaborato al Dizionario Enciclopedico di mafie e antimafie e ha curato per l’Enciclopedia Treccani la voce “Camorra”. Ha inoltre pubblicato vari libri sui temi del Mezzogiorno quali “Sudisti e leghisti”, “Il Sud al tempo dell’euro”, “Napoli non è Berlino”. Collabora con la rivista Limes.Simona Melorioanch’essa autrice del libro è dottore di ricerca in criminologia, borsista presso l’Università degli Studi del Molise, ricercatrice presso il Centro ReSIncorrupta dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha scritto “Cultura di camorra” e vari saggi sul tema dell’economia illegale pubblicati su Limes e in Atlante delle mafie.Appuntamento domani 24 gennaio presso la biblioteca R.Pucci in C.V.E. alle ore 18,00.