La vicenda “vasche di laminazione” a Nocera Inferiore arriverà all’attenzione dell’Unione Europea, oltre che della Procura della Repubblica. E’ stato sottovaluto il problema inquinamento, tutt’altro che secondario, in fase di progettazione. E’ questo il rilievo di maggiore portata che il Comitato “No Vasche” muove al progetto Grande Sarno. Lo ha ribadito l’ingegnere Vincenzo Adamo, mercoledì sera, in occasione della una nuova riunione dopo della mancata risposta alla richiesta inviata dal comitato per avere i dati relativi all’inquinamento delle acque. <<Da atti pubblicati sul sito dell’Arcadis in questi giorni si ribadisce di leggere a pag. 59 del "Quadro Ambientale" dove non c’è assolutamente niente. Di questo il comitato informerà formalmente la Comunità Europea e valuterà l’eventuale esposto da presentare in procura>>, ha dichiarato il presidente Emiddio Ventre. Aggiungendo: <<Il comune di Nocera Inferiore in consiglio comunale con delibera del 14 ottobre si è espresso contro l’inquinamento che porteranno le vasche. Il comitato chiede che l’amministrazione produca altri atti concreti richiedendo l’accesso agli atti in special modo per avere i dati Arpac sull’inquinamento del fiume Sarno ed  un eventuale ricorso al Tar. E’ un modo concreto per ribadire il suo NO e mostrare in questo modo che il Sindaco e l’amministrazione tengono alla salute dei cittadini e delle generazioni future che vivranno su questo territorio>>. Inoltre, il comitato ha deciso di avviare una raccolta firme per una petizione da inviare alla regione Campania nella quale si andrà a chiedere di rivedere il progetto ed in particolare di investire i circa 100 milioni di euro per la realizzazione di 60 ettari di vasche, di cui 20 solo a Nocera, per la messa in sicurezza di tutti gli argini e canali. Durante il confronto di mercoledì sera al convento di Sanmt’Antonio è emerso un dato che l’esperto ambientale Emiddio Ventre definisce  il più agghiacciante. <<Un proprietario terriero ha riferito che il suo cane, due  anni fa, prima che l’Arcadis rifacesse gli argini nella zona di Casarzano per un importo di un milione e duecentomila euro, in occasione di una lieve esondazione andò a bere in una pozzanghera contenente acqua della Solofrana. Dopo alcuni giorni il povero animale morì. A detta del veterinario si era trattato di avvelenamento dovuto all’acqua che aveva ingerito>>. D’altra parte, poche ore prima, in uno speciale Focus in onda su Telenuova, il commissario Mario De Biase aveva acceso i riflettori sui prodotti coltivati nella zona del fiume Sarno quale contraltare di quelli di Giugliano, risultati assolutamente non degni della psicosi che ne sta annichilendo le vendite.

Patrizia Sereno

 

 

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