"Nella giornata di giovedì si è tenuta presso il circolo PD di Nocera Inferiore, una riunione promossa dalla Segreteria Provinciale PD che ha visto la partecipazione dei segretari e di numerosi consiglieri comunali delle città dell’Agro e dell’alta Valle del Sarno.
Oggetto della riunione è stata l’analisi del “GRANDE PROGETTO -COMPLETAMENTO DELLA RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO DEL FIUME SARNO" promosso dalla Regione Campania, l’ARCADIS e l’Autorità di Bacino, verso il quale urge a nostro avviso, come ha già fatto dal circolo di Nocera Inferiore, fare un po’ di chiarezza.
Occorre fare una premessa: non siamo contrari per principio all’idea di un Grande Progetto per il fiume Sarno, ma alle modalità con cui la Regione Campania e l’ARCADIS si è rapportata al territorio, in maniera invasiva e senza momenti di confronti costruttivi con molte amministrazioni ed i portatori di interessi locali.
Tutto ciò ha prodotto un progetto che non ha nulla a che vedere con la riqualificazione ed il recupero del fiume Sarno e del suo bacino, visto che trattasi esclusivamente di interventi d’ingegneria idraulica volti a MITIGARE gli effetti del rischio idraulico, prodotti dalle esondazioni attraverso vasche di laminazione, vasche d’esondazione e sistemazione di alcuni tratti arginali.
Nel GPS non è previsto, infatti, alcun intervento volto alla riqualificazione e alla bonifica dei terreni, nonché del fiume, prevedendo alcuni interventi solo nello stretto ambito dell’alveo del fiume Sarno e del torrente Solofrana, che appaiono anche di dubbia efficacia.
In questi mesi tutta la discussione intorno al progetto e alle sue conseguenze è restato un dibattito per pochi, per quei pochi interessati maggiormente ai 217 milioni di euro da spendere, che ai 60 ettari di suolo agricolo, pari a circa 98 campi da calcio, che sorgeranno lungo il fiume e che prendono il nome di vasche di laminazione (o esondazione).
Tale atteggiamento rende tutto l’iter al quanto bizzarro e a dir poco opaco, basti pensare che ad oggi centinaia di famiglie non hanno ancora la consapevolezza degli espropri che subiranno (a soli 4€ A MQ, un vero e proprio FURTO), di cui però è già stata avviata la procedura.
Con questo non intendiamo minimamente demonizzare il tema delle esondazioni a 20 o 100 anni, ma riteniamo insufficiente e pericolosa la filosofia che sottende al progetto presentato, che difficilmente in una regione civile ed europea potrebbe definirsi definitivo, vista la mancanza addirittura della “CARTA DI RISCHIO RESIDUO” che è stata disciplinata dalla stessa Regione nel 2010.
La redazione della Carta del Rischio Residuo consente, infatti, di capire materialmente la finalità del progetto di mitigazione del rischio nelle aree a valle degli interventi.