Non ha risposto alle domande dei magistrati, inficiando la speranza dei giudici in una deposizione chiave che potesse incastrare definitivamente gli indagati nell’ambito di “Tutta N’ata Storia”. Carlo Bianco, difeso dall’avvocato Andrea Vagito, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’incidente probatorio che si è celebrato questa mattina al tribunale di Salerno. L’ex consigliere comunale non ha risposto alle domande incentrate sulle dichiarazioni rese in sede di interrogatorio. Questo significa che quanto affermato allora su terze persone non potrà essere utilizzato contro le stesse in fase dibattimentale.
L’udienza preliminare fissata per oggi davanti al giudice Giovanna Pacifico è stata rinviata al 16 aprile. In quella circostanza si capirà qualcosa in più su come procederà il giudizio, in particolare dei quattro arrestati: Bianco, Antonio Pignataro, Ciro Eboli e Antonio Cesarano, arrestato nella seconda fase dell’indagine, difeso dagli avvocati Annalisa Califano e Massimiliano Forte.
Ancora non è stata fissata l’udienza preliminare per l’altro filone d’indagine che nelle conclusioni ha nuovamente contestato il 416 bis agli indagati. Si tratta degli stessi capi d’accusa con l’aggiunta dell’associazione per delinquere che il Tribunale del riesame aveva annullato. Probabilmente si può ritenere che i magistrati abbiano nelle loro mani elementi ulteriori e per questo l’hanno riformulato.
“Tutta n’ata storia” la scorsa estate ha provocato un terremoto politico/giudiziario al Comune di Nocera Inferiore. Al centro dell’inchiesta la delibera 167, atto di indirizzo approvato nel maggio 2017 sulla possibile creazione di una mensa a Montevescovado, poi ritirato dall’attuale giunta Torquato.
Salvatore D’Angelo