I cortili di Nocera Superiore indossano il loro abito migliore. Si avvicina la festa dell’Assunta. E la prossima è la notte magica della preghiera e del foclore. Quella che si vive andando in pellegrinagigo – da località vicine e lontane – al Santuario di Materdomini che custodisce l’icona della Madonna bruna, dopo il raduno davanti agli altarini realizzati in abitazioni private, cortili, condomini ornati con festoni, luci e drappi. Il culto per questa Madonna risale all’estate del 1060. Si racconta che la Vergine, apparendo ad una contadina di nome Caramari (cara a Maria), lasciando cadere una pietra preziosa dall’anello che portava al dito, indicò il punto in cui sarebbe dovuto sorgere un tempio a Lei dedicato, essendo la Sua immagine nascosta sotto terra. Sul posto fu costruito un tempietto intorno a quale crebbe velocemente la devozione, anche grazie ad alcuni prodigi che vennero attribuiti alle preghiere dei fedeli e. In breve, si rese necessaria la costruzione di una Chiesa più grande, capace però di inglobare il tempietto originale che, rivestito nel 1641 di marmi policromi, custodisce ancora oggi la sacra icona. Il 14 Agosto è tradizione che a Nocera Superiore si organizzi una festa per celebrare la Madonna di Materdomini: lunghi cortei di fedeli si recano a piedi al Santuario per assistere alle cerimonie religiose. I cortei sono aperti da fedeli che portano un quadro della Vergine, mentre un suonatore di tammorra accompagna il percorso dei pellegrini col suono del suo strumento. A notte inoltrata, alla viglia dell’alba di domani, i fedeli, giunti così dinanzi alle ante del Santuario ancora chiuse, accennano il canto di antiche strofe che recitano: Scinne scinne, zi munaciello viene, arape ‘sto canciello. Scinne scinne, zi munacone viene arape ‘sto portone. Domani, verso sera, dopo la celebrazione della Messa, nello stesso piazzale antistante la Chiesa (lo stesso in cui la contadina Caramari ebbe la visione), si assiste all’esibizione spontanea di suonatori di tammorre e danzatori, che festeggiano sino a notte inoltrata. Durante la festa è tradizione consumare alcuni cibi tipici come la palatella, che è un pane di forma allungata con le 

estremità arrotondate, con alici ‘mputata (melanzane trattate con olio con aggiunta di peperoncino piccante) e, soprattutto, il comomero che, in questo periodo è nel pieno della sua maturazione.

Patrizia Sereno

 

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