Giocare un anno in un posto ma lasciarci il cuore. È quello che è successo a Diego Farias, il brasiliano della Nocerina che, cresciuto con il Chievo Verona, ha vissuto una delle annate professionali migliori con l’altra squadra scaligera, per qualcuno la squadra della città di Verona, quella con lo scudetto tricolore dell’85 sul petto, vanto che però è andato man mano sbiadendosi per via della caduta agli inferi dei gialloblù. Adesso la risalita del Verona e la sfida inedita con la Nocerina che annovera tra le sue fila un Farias voglioso di realizzare un gol dopo aver sbagliato quel rigore di Gubbio che, vista la prestazione con il Modena, sembra averlo un po’ bloccato. <<Verona è la mia seconda casa, ho lasciato lì un sacco di amici. Ma il campo è il campo, noi vogliamo vincere perchè siamo incazzati dopo le ultime partite in cui sono arrivati i punti – dice la punta di Sorocaba – ma sappiamo anche che il Verona è una buona squadra. Scarpe verdi e gialle come il Brasile? Sai, non c’avevo neanche pensato. Mi piace indossare scarpe colorate, è capitato>>.
Farias passò al Verona dal Chievo insieme al centrocampista Burato. L’attaccante sudamericano è rimasto in contatto con quel calciatore? <<No, ci siamo persi di vista. Non lo sento da parecchio. Magari, dopo la partita con il Verona provo a rintracciarlo e ti faccio sapere>> e giù una risata.
La curiosità trova presto una risposta. Andrea Burato non è un fantasma. Gioca da centrocampista nel Mantova in Seconda Divisione dopo aver militato con il Sud Tirol Alto Adige in Prima l’anno scorso. Nell’esperienza di Verona però Burato non riuscì a farsi luce a differenza di Farias che nella città di Giulietta, pur arrivando dal Chievo, riuscì ad imporsi diventando uno degli idoli della curva.