Adoperavano mezzi di trasporto con targhe false e privi di copertura assicurativa, guidati da autisti che esibivano, quando era necessario, false patenti di guida per trasportare merci mediante contratti sottoscritti da societa’ fittizie. I carichi, pero’, non giungevano mai a destinazione: lo scopo degli operatori – indagati per associazione per delinquere finalizzata all’ appropriazione indebita – era quello di sottrarre le merci e rivenderle mediante canali illeciti. Ammonta a circa 2,5 milioni di euro il valore della merce sottratta e passata nelle mani dei ricettatori, per lo piu’ alimentari. E a cadere nella rete dei ” falsi autotrasportatori” sono state aziende di tutta Italia. I carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia (Napoli), con i militari della Stazione di Gragnano, Pagani (Salerno), Sant’ Egidio del Monte Albino ed Angri, hanno eseguito questa mattina un’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Torre Annunziata, nei confronti di 10 persone. Due sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari e per due sono scattati gli obblighi della firma. Le investigazioni della Procura della Repubblica di Torre Annunziata e condotte dalla Sezione di Polizia giudiziaria e dai carabinieri sono partite nel 2010, sulla base delle querele fioccavano da aziende di tutto il Centro-Nord. Dal Molise al Piemonte, dalla Toscana alla Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria e Lazio, nella rete della truffa del trasporto c’ erano caduti in tanti, affidando il le proprie merci da consegnare ad altre azienda le quali non si sono mai viste recapitare il materiale carico. Queste le società fittizie del presunto sodalizio criminoso: Pianeta Lavoro srl di Attianese Luigia, Trasporti e Spedizioni di Scotognella Catello;Trasporti e Spedizioni di Sorrentino Lucia Sagic Sas di De Blasi Filomena. Le prime tre società, nel 2012, erano state chiuse probabilmente a causa della pubblicità negativa derivata dai numerosi illeciti commessi. Era stata perciò creata la quarta società, con l’ingresso di nuovi collaboratori ma in prosecuzione delle ditte precedenti e utilizzando gli stessi veicoli e con lo stesso «modus operandi».
FONTE ANSA