"Faccio il presidente da circa vent’anni: di me posso dire di avere un carattere duro, ma non sono mai stato sfiorato da nulla. Ho avuto la sfortuna di avere scelto un direttore sportivo che ha portato sei criminali, ma io faccio il presidente, non entro nei discorsi tecnici". Lo ha detto il presidente del Grosseto Piero Camilli, intervenendo in aula al processo d’appello sul calcioscommesse, in corso all’ex Ostello della gioventù del Foro italico, a Roma Camilli ha fatto riferimento all’ex dirigente del club toscano, ora direttore sportivo del Brescia Andrea Iaconi, che ha accusato il suo ex presidente di essere coinvolto nella presunta combine del match contro l’Ancona del 30 aprile 2010. In primo grado, la Disciplinare ha escluso il Grosseto dal prossimo campionato di serie B e ha inferto una squalifica di 5 anni a Camilli. In aula anche lo sfogo del presidente davanti la Corte di giustizia federale: "Sono stato ucciso mediaticamente – ha detto – ma davanti a voi c’è un uomo, non un presidente. Mi appello alla vostra capacità di leggere le carte". gcb/amr 201603 Ago 2012