Imponevano il pizzo sulle ditte che lavoravano a Castellammare di Stabia, in Penisola sorrentina – ma anche nel salernitano – in aggiunta, pretendevano che l’impresa dovesse assumere solo persone "vicine" al loro ambiente. La camorra a Castellammare di Stabia funge da "esattore delle tasse" e da agenzia di collocamento per i propri "simpatizzanti" sostituendosi del tutto alle istituzioni legali. E’ andata male, però a due uomini che questa mattina, sono stati chuisi nel centro penitenziario di Secondigliano, dopo che i carabinieri dell’aliquota operativa di Castellammare di Stabia gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 22 ottobre dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In cella sono finiti Dario Abbruzzese, di 28 anni e Giuseppe Di Somma, 38 anni, entrambi ritenuti responsabili di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di rappresentanti di una impresa operante nella raccolta differenziata di rifiuti a Vico Equense e Meta di Sorrento, ma anche nel salernitano. Il provvedimento è stato emesso dopo indagini della compagnia di Castellammare di Stabia, coordinate dalla Procura di Napoli , ed è successivo al decreto di fermo emesso il 4 ottobre scorso a carico di uno dei due estorsori, Giuseppe Di Somma (in quel momento libero e, pertanto, unico destinatario). Quest’ultimo, come emerso dalle investigazioni, avrebbe operato in concorso con Abbruzzese (detenuto poiché arrestato dal nucleo investigativo di Torre Annunziata il 29 agosto scorso insieme a Vincenzo Spista, per un tentativo di estorsione a una impresa edile impegnata in lavori di ristrutturazione di una villa privata a Castellammare di Stabia). I due avevano tentato di imporre all’azienda il pagamento di una somma di denaro e l’assunzione di alcuni soggetti "vicini" al loro ambiente. 
 
 
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