Se ne sono dette tante, prima e durante il processo <linea d’ombra> rispetto alla ex proprietà Criscuolo di via S.Anna. Ripercorriamo la vicenda attraverso la ricostruzione logico – giuridica che fissano, nella loro sentenza, i Giudici Allegro, Valiante e Giocoli: “l’immobile detenuto da Michele D’Auria Petrosino fa parte della maggiore consistenza del fondo agricolo che il cav. Michele Criscuoli, aveva assegnato alla fondazione borse di Studio in favore di studenti meritevoli; in data 1.settembre.1976, l’ente Borse di Studio Michele Criscuoli concedeva in affitto a Gioacchino D’Auria Petrosino (classe 1905), il fondo rustico con casa colonica sito in Pagani alla via S. Anna. Per effetto del mutamento del regime giuridico delle ex IPAB, anche il comune di Pagani,nel 1999, attivava le relative procedure per l’acquisizione al patrimonio comunale delle proprietà della fondazione Borse di Studio Michele Criscuoli. Il contratto di affitto agrario del settembre 1976 proseguiva nei confronti degli eredi dell’affittuario deceduto in quanto Giuseppina Ruggiero, moglie e tutrice di Gioacchino Petrosino (rispettivamente madre e padre dei fratelli Antonio e Michele D’Auria), si trovava nelle condizioni soggettive di proseguire nel contratto siccome coltivatrice diretta del fondo agricolo.Dunque non può certamente parlarsi di occupazione abusiva dell’immobile da parte del nucleo familiare D’Auria” e aggiungono, i Giudici, “tanto che neppure il commissario prefettizio subentrato a seguito dello scioglimento del comune di Pagani è riuscito a conseguire il rilascio”. Sulle dichiarazioni rese in aula da Rosa ferraioli, dirigente del Comune di Pagani, i Giudici scrivono “in sede di esame ha detto di avere ricevuto indicazioni dal Gambino per non prendere iniziative nei confronti dei D’Auria Petrosino in quanto della questione si sarebbe occupato direttamente lui. Ciò era avvenuto in occasione dell’informazione ricevuta dagli impiegati Scoppetta e Manzi della scopertura dei canoni di fitto per due annualità, quelle del 2008 scaduta nel luglio 2009 e quello del 2010 scaduta nel mese di luglio dell’anno successivo; a seguito di tale notizia ella si stava accingendo a porre in essere gli atti di sua competenza diretti al recupero di quelle somme ed invece era stata bloccata dal sindaco Gambino. Orbene, a prescindere dalle contrarie risultanze della deposizione della teste Scoppetta, che ha escluso di avere parlato con la Ferraioli del fondo Criscuolo e dell’inadempimento degli affittuari D’Auria Petrosino ed ha affermato inoltre che il suo ufficio (Patrimonio) non era stato investito del problema, il che significa che non vi era alcun inadempimento da sanare attraverso il recupero coattivo a mezzo di Equitalia, risulta acquisito il dato che in realtà non esisteva nemmeno l’inadempimento”.