"La nuova città metropolitana può essere una opportunità o l’ennesima occasione perduta. Forse è ancora presto per dare un giudizio definitivo e sarà utile vedere il testo del provvedimento per avere un quadro più completo della riforma delle Province che il governo ha inserito nello spending review. Da quello che però è già trapelato non mi sembra che si sia sulla strada giusta". E’ quanto si legge in una nota diffusa dal presidente del consiglio provinciale di Napoli, Luigi Rispoli, in merito al dibattito sul futuro delle province". "Intanto – prosegue la nota di Risposi – non posso non sottolineare che la sottrazione delle funzioni sul mercato del lavoro, sull’istruzione e sulla formazione, sull’edilizia scolastica, che già appartengono alle province, limitano molto la governance di una istituzione di area vasta che deve governare i process del territorio. Sono poi preoccupato per la mancata chiarezza sul sistema di governance e il modello elettorale delle costituende città metropolitane. Le sfide che attendono le Città metropolitane sono fondamentali poiché si tratta di girare sottosopra l’assetto territoriale a amministrativo al fine di creare realmente un territorio integrato e coeso". "Se passasse la proposta di consentire ai sindaci di sedere nelle assemblee dell’ente – aggiunge il presidente del consiglio provinciale – avremmo un ente fortemente condizionato da interessi particolari invece che una azione di governo con un ampio respiro ed una visione di area vasta. Per quello che riguarda, infine, il disegno territoriale delle città metropolitane proprio il caso di Napoli è assolutamente emblematico. Far coincidere i confini della attuale provincia con quelli del nuovo ente significherà pregiudicare le prospettive di sviluppo del territorio". "E’ noto a tutti – conclude la nota – che il territorio della provincia di Napoli è assolutamente congestionato e che per avere un riequilibrio territoriale è necessario utilizzare nuovi spazi. La soluzione dei problemi di Napoli non si può trovare all’interno di un territorio che rappresenta l’8% della regiona Campania ma sul quale vivono il 60% della popolazione regionale. Per questo motivo è indispensabile poter ampliare i confini della nuova città metropolitana a parti significative della provincia di Caserta e di Salerno. Per quello che finora si capisce, quindi, la nuova città metropolitana rimane un ente intermedio, ma senza nuove e più incisive funzioni amministrative non si potrà migliorare l’efficienza del sistema e la qualità dei servizi da erogare su area vasta. Spero che il Parlamento vorrà correggere gli errori di una riforma che non può rispondere solo alla demagogia e alla semplificazione antidemocratica".