Radioterapia oncologica, i sindaci dell’Agro nocerino sarnese preoccupati dalla decisione del direttore generale dell’Asl Squillante di sospendere il servizio. E si allineano su quanto fatto dal primo cittadino di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, chiedendo al manager di rivedere la sua decisione che mette a rischio la salute dei cittadini malati di tumore oltre a farli migrare in altre zone costringendoli a vivere in maniera ancora più difficile il loro stato di ammalati oncologici. L’Asl Salerno, infatti, nei giorni scorsi ha sospeso i trattamenti radioterapici dei pazienti seguiti dalle strutture ospedaliere e inviati per i cicli di terapia radioterapica in una struttura nocerina. Ora questi ammalati verranno indirizzati all’ospedale di San Leonardo a Salerno o in un centro convenzionato sempre nel capoluogo salernitano oppure ad Agropoli. E dovranno fare i conti con lunghe liste di attesa quando per questo tipo di malattie il tempo è fondamentale per evitare che la malattia si propaghi.  I sindaci, massima autorità sul territorio per la salute pubblica, non hanno nascosto la loro preoccupazione sulla vicenda che priva l’Agro nocerino sarnese di un servizio vitale per i malati di cancro, oltre a creare uno squilibrio sui diritti assistenziali dovuti ai cittadini. Anche alcuni medici hanno deciso di scrivere a Squillante per farlo tornare sui suoi passi sottolineando quanto può fare un acceleratore lineare capace di effettuare terapie speciali complesse come la radioterapia ad intensità modulata nella cura dei tumori. Qualcuno avrebbe anche annunciato di voler sospendere gli interventi chirurgici  il cui buon risultato è legato anche ad un puntuale e corretto ciclo di radioterapia. Mentre si registrano i primi casi di pazienti costretti a lunghe trasferte per potersi curare. E’ il caso di un’anziana donna di Nocera Inferiore che dovrà recarsi ad Agropoli per potersi sottoporre al ciclo di radioterapia affrontando ogni giorno, per quattro settimane, il traffico balneare della costa cilentana. E siamo solo all’inizio di una dolorosa migrazione. 

Nello Ferrigno

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