E’ finito in una cella di Fuorni il secondo fiancheggiatore di Francesco Matrone, un cugino di primo grado della primula rossa. Indizio dopo indizio, gli investigatori si erano convinti del suo ruolo: Pasquale Matrone, cugino di primo grado di Franchino ‘a belva, era un avamposto senza eguali nella egstione dei rapporti tra la famiglia ed il latitante.
Nato a Scafati 59 anni fa, residente a Poggiomarino, di professione gommista, aveva fatto della sua officina il luogo di aggragazione del circuito familiareamicale di fiancheggiamento di Francesco Matrone. Anche per lui, come per Gerardo Iuliano, ammanettato venerdě 17, č accusato di aver aiutato il latitante a sottrarsi alla cattura, assicurandogli assistenza, fungendo da collegamento tra lui ed i familiari che gli faceva incontrare, contribuendo a quella cortina di omertŕ capace di garantire l’irreperebilitŕ al fuggiasco destintario anche di due ergastoli. Le manette sono scattate questa mattina, alle prime luci dell’alba, in esecuzione di un decreto di fermo emesso daVincenzo MONTEMURRO.
Con Francesco, Pasquale condivideva la passione per la caccia e per i cani.
In numerose occasioni gli inquirenti avevano notato che Pasquale andava ad incontrare la moglie di Francesco, consegandole in genere abbigliamento. In un occasione oggetto dello scambio, destinato evidentemente al fuggitivo, un setter.
Il puzzle investigativo aveva preso corpo man mano, visto l’impegno senza tregua da parte dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Salerno. Proprio all’interno dell’officina di Pasquale Matrone, era stata notata per la prima volta la Honda Transalp 700 che era stata poi ritrovata al momento dell’irruzione nel rifugio di Francesco matrobne, coperta da un telo. Cosě come non era passata inosservata la presenza dell’operaio forestale Gerardo Iuliano. Ad insospettire i carabinieri una circostanza in particolare: lo spostamento di Iuliano da Acerno a Poggiomarino per riparare una vettura! Uno dei motivi per cui eran finito sotto osservazione Iuliano e la zona montana. Tutto aveva cominciato a quadrare quando gli inquirenti avevano notato il figlio del latitante nell’officina del gommista di Poggiomarino ed i suoi contatti con Iuliano. L’attenta, costante ma discreta azioen di pedinamento ininterrotta dell’operaio fortestale hanno portato all’individuazione e alla cattura del latitante. Dopo 5 anni di fuga.